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L’OIM SVELA: “QUEST’ANNO SONO MORTE NEL MEDITERRANEO GIA’ PIU’ DI 2000 PERSONE”

Superano i duemila i migranti inghiottiti quest’anno dal mar Mediterraneo nella rotta della speranza, della salvezza. A dirlo è l’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni.

Com’è facile immaginare, la stragrande maggioranza dei decessi avviene nel Canale di Sicilia, nella tratta Libia-Italia. Diversi sono, invece, i numeri se si guarda alla tratta Grecia-Italia, 1.930 i deceduti diretti nel nostro paese e 60 quelli diretti in Grecia.

immigrati-scicli1-400x215“È inaccettabile che nel XXI secolo le persone che fuggono da guerra, persecuzioni, povertà e impoverimento della terra debbano patire tali terribili esperienze nei loro paesi, per non dire quello che sopportano durante il viaggio e poi morire alle porte dell’Europa”, queste le parole del Direttore generale dell’Oim, William Lacy Swing, che ha poi dichiarato il suo apprezzamento per “sforzi straordinari delle forze navali nel Mediterraneo, che continuano a salvare vite umane ogni giorno”. Si parla di ben 188.000 persone salvate finora nel Mediterraneo a fronte dei quasi 200.000 arrivi. Cifre, numeri che non devono far dimenticare la portata umana di quanto stiamo discutendo.

Per questo fa ancora più male leggere in striscioni posti sotto la struttura alberghiera del San Nicola Park Hotel di Marigliano, una struttura confiscata alla camorra e che dovrebbe accogliere 29 migranti in arrivo in città: “Di qui non si passa. Stop agli immigrati”. Dichiarazioni forti a firma del gruppo politico culturale “Io centro” che avrebbe rivendicato l’importanza di risolvere prima i “propri” problemi abitativi.

È convinzione di chi scrive, però, che la questione migrazione, essendo questione di salvare o meno vite umane, non dovrebbe incontrare remore e/o obiezioni di questo tipo, in base al coefficiente di salute di un popolo o, peggio ancora, alle risorse socio-economiche che così si perderebbero o guadagnerebbero. Ricordiamo con sorridente sarcasmo quello che nel lontano 2007 Umberto Galimberti scriveva su La Repubblica delle Donne: “Tramontato il principio che regolava l’etica kantiana secondo cui <L’uomo va trattato sempre come un fine e mai come un mezzo>, oggi vediamo che non solo l’immigrato, ma ciascuno di noi ha diritto di cittadinanza non in quanto esiste, non in quanto è un uomo, ma solo in quanto “mezzo” di produzione e di profitto”.

 

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