La maggior parte delle persone hanno consumato la bevanda più bevuta al mondo dopo l’acqua, il caffè, servito tutte le mattine per abitudine, piuttosto che per “svegliare”. I dati più recenti fanno luce sul potere di questo elisir di alleviare il dolore, allungando l’aspettativa di vita e riducendo le probabilità di soffrire di depressione. In un solo anno in Italia circa 24,14 milioni, hanno consumato l’equivalente di600 dosi a persona. Tuttavia, solo pochi sono consapevoli del lungo elenco di vantaggi che può fornire l’apporto giornaliero.
1. caffè e cuore non sono incompatibili: la bevanda ha sempre occupato una posizione privilegiata nell’elenco degli alimenti che causano problemi cardiovascolari. Anche se gli studi recenti dimostrano che non è solo dannoso per il cuore, ma che, consumato con moderazione, il caffè riduce al minimo le probabilità di subire un attacco di cuore. Il motivo? Aiuta la riduzione di calcio nelle arterie evitandone l’ostruzione.
2. vita più lunga: fino al 10% nel caso degli uomini e il 15% delle donne. Uno studio effettuato tra 400.000 persone in un periodo di 15 anni ha concluso che bere un caffè al giorno migliora l’aspettativa di vita. I risultati non variano se si consuma decaffeinato, il che dimostra che la formula della gioventù non è direttamente associata con la caffeina, ma ad altre componenti del caffè. Lunga vita al caffè!
3. alleato della bellezza: molto tempo fa anche l’industria di bellezza ha scoperto le proprietà cosmetiche del
caffè: creme anti-cellulite, contorno occhi ed esfolianti… Applicata sulla pelle la caffeina aiuta la circolazione, ma i vantaggi vanno oltre. Bere un caffè al giorno protegge l’organismo dai radicali liberi, principali responsabili dell’accelerazione dei processi d’invecchiamento della pelle. Il caffè aiuta a mantenere giovane il derma evitando la comparsa di rughe precoci e promuove l’elasticità e la vitalità della pelle.
4. mantiene la linea: combinato con una dieta equilibrata, il caffè risulta essere il perfetto alleato per tenere il grasso a bada. I nutrizionisti consigliano di berlo ogni giorno perché aiuta il corpo a sbarazzarsi del grasso accumulato.
5. antidepressivo:
la scienza ha scoperto un valido concorrente al cioccolato come rimedio per alleviare le pene: ebbene sì, il caffè. Uno studio, condotto per 10 anni e che ha contato della collaborazione di più di 50.000 donne, dimostra che le persone che consumano caffè al giorno hanno fino al 20% in meno di probabilità di soffrire di depressione. La riduzione non si é osservata nelle donne che hanno consumato caffè decaffeinato.
6.
ferma il dolore: medicina per l’anima e il corpo. Un rapporto pubblicato da BMC Research Notes assicura che il consumo di caffè può ridurre il dolore del collo e delle spalle fino al 14%. Questo potere analgesico si aggiunge al suo utilizzo per alleviare il mal di testa.
7. memoria a lungo termine: che il caffè aumenti le prestazioni intellettuali è un dato di fatto ma il consumo giornaliero di caffè promuove la memoria a lungo termine e riduce significativamente la probabilità di soffrire di malattie degenerative come il morbo di Alzheimer (- 65%) o morbo di Parkinson (- 50%), almeno secondo alcuni studi.
8. prima, durante e dopo lo sport: la caffeina aumenta i livelli di adrenalina generando una maggiore predisposizione e motivazione a praticare esercizi. Durante la pratica, promuove la contrazione muscolare che allevia la sensazione di stanchezza e aumenta le prestazioni sportive. La caffeina, inoltre accelera la guarigione e riduce il dolore muscolare dopo lo sforzo sono al 48%. Il caffè ed il movimento è il formato perfetto per combinarsi con attività sportive.
Ovviamente queste virtù riguardano un consumo moderato della bevanda più bevuta dagli italiani e non solo, ma in ogni caso non bisogna mai esagerare.
Ma quanta acqua ci vuole per produrre un caffè? Al Pianeta Terra una singola tazza costa 140 litri d’acqua, più 0,1 metri quadrati di terreno, più le perdite di foreste e biodiversità anche se dal nostro punto di vista il prezzo di un caffè è quello praticato dai baristi. I ricercatori dell’università del Kansas, per la tutela dell’acqua hanno realizzato un vademecum per raccontare quanto “costano” in termini di acqua le produzioni di alcuni beni di largo consumo, in particolare il caffè e quindi sensibilizzare sul potenziale spreco di una risorsa così preziosa. Lo studio ha esaminato il modo in cui la produzione di massa ha colpito la natura e le risorse economiche degli agricoltori. In nazioni come Colombia, Honduras, Guatemala, Brasile, Vietnam ed Etiopia, negli anni Settanta e Ottanta si è verificata una tecnicizzazione della produzione di caffè, volta a soddisfare la crescente domanda dell’Occidente. Questo processo, spiegano gli studiosi, ha reso i sistemi di coltivazione simili a quelli di frumento e soia: grandi campi soleggiati hanno preso il posto dei piccoli appezzamenti di terra all’ombra delle foreste; la varietà robusta, resistente al sole, ha preso il posto della più pregiata arabica; gli agricoltori sono stati spinti a coltivare esclusivamente caffè senza diversificare colture e fonti di reddito. La differenza tra i due metodi è innanzitutto nel consumo d’acqua: le nuove colture intensive, dalla resa maggiore, hanno un fabbisogno molto più elevato, tanto che per una singola tazza di caffè si possono calcolare 140 litri di impronta idrica, ossia di acqua necessaria alla produzione.
A confronto una tazza di tè richiede 29 litri e un quinto del terreno agricolo, cioè 8860 litri d’acqua per produrne un chilo, stando al rapporto recentemente diffuso da ‘Friends of the Earth’. Non solo: per far posto alle piantagioni di caffè è stata portata avanti una massiccia deforestazione, che il Wwf alcuni anni fa ha quantificato in oltre 10mila km quadrati solo in America centrale, con conseguenze anche sulla biodiversità. Gli effetti delle deforestazione sono stati indagati l’anno scorso dai ricercatori dell’università del Texas: uccelli migratori e pipistrelli hanno perso il loro habitat, le api sono andate via e con loro la preziosa impollinazione, l’ecosistema ha rinunciato ai filtri che depurano aria e acqua, il terreno si è fatto meno ricco di nutrienti e meno resistente alle piogge. Infine per il vino, l’impronta idrica è di 610 litri per kg: significa che un solo bicchiere costa 110 litri d’acqua.