Trenta profughi ospitati alla Festa dell’Unità di Reggio Emilia, che per quattro giorni hanno servito ai tavoli, hanno dovuto sospendere la loro collaborazione, pur essendo la loro assunzione trasparente senza ombra di irregolarità. Tutto questo per evitare strumentalizzazioni, secondo la cooperativa Dimora d’Abramo che li aveva assunti d’accordo con il Prefetto, in seguito a polemiche suscitate da Salvini e compagni. Il Salvini ha avuto poi il coraggio di twittare: “Vittoria! Renzi fa dietrofront: niente immigrati alla Festa dell’Unità di Reggio”.
A noi sembra un’autentica carognata, cioè cattiveria, tra uomini non cresciuti per chi la spara più grossa, per acquistare quattro voti. Aveva ragione Mons. Galantino quando si riferiva a fanfaronate da bar, che però feriscono ed escludono esseri umani, come ricordava Jean-Claude Juncker, Presidente della UE in un intervento su La Repubblica di Lunedì 24 Agosto. Cattiverie, inoltre, che a nostro avviso non possono essere perdonate e ricadono su chi le ha compiute.
Nello stesso giorno leggiamo, sempre su La Repubblica una dichiarazione del neo Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro che non vuole ospitare il prossimo anno il Gay-Pride a Venezia. A parte la libertà costituzionale di manifestazione nel rispetto delle regole, gli episodi richiamati fanno tristezza perché sono sintomo di un regresso di civiltà in regioni che vantano storie di civiltà e cultura.