La Commissione europea ha risposto all’interrogazione del portavoce eurodeputato del M5s Piernicola Pedicini sui danni ambientali provocati dall’azienda Fonderie Pisano di Salerno in un’area urbana della città densamente popolata.
L’organismo di Bruxelles, utilizzando come riferimento le vicende della fabbrica salernitana, ha fatto l’elenco delle norme stabilite dalle direttive europee che l’Italia è tenuta a far rispettare, in materia di inquinamento dell’aria e dell’acqua, di emissioni industriali e di protezione dei lavoratori, se non vuol incorrere in procedimenti sanzionatori.
La Commissione ha sottolineato che “la verifica della conformità delle norme europee è in primo luogo competenza degli organi amministrativi e/o giudiziari nazionali incaricati dell’attuazione della legislazione dell’Unione e che tali organi dispongono dei mezzi adeguati per far fronte al problema qualora i sospetti di violazione dovessero rivelarsi fondati”.
Ha poi evidenziato che “la direttiva 2008/105/Ce, relativa a standard di qualità ambientale nel settore della politica delle acque, ha indicato il cadmio, il piombo e alcuni idrocarburi come sostanze prioritarie in quanto costituiscono un rischio significativo di inquinamento delle acque. Di conseguenza gli Stati membri devono ridurre progressivamente le emissioni di tali sostanze e mantenerne le concentrazioni nell’acqua e negli organismi viventi al di sotto degli standard Ue”.
Rispetto alle emissioni industriali la Commissione ha sostenuto che “la direttiva 2010/75/Ue stabilisce che gli impianti che rientrano nel suo ambito di applicazione devono essere in possesso di un permesso basato sulle migliori tecniche disponibili (Bat). Le conclusioni sulle Bat per impianti di forgiatura e fonderie stabiliscono che le emissioni devono essere ridotte al minimo grazie a una raccolta e depurazione adeguate degli scarichi gassosi”.
Per la protezione dei lavoratori della Fonderie Pisano di Salerno, l’organismo della Ue ha spiegato che “le direttive 98/24/Ce e 2004/37/Ce affrontano nello specifico questo aspetto in relazione ai rischi derivanti dall’esposizione ad agenti chimici pericolosi e ad agenti cancerogeni o mutageni, chiedendo ai datori di lavoro di valutare tali rischi e di applicare misure preventive e protettive per prevenire o ridurre al minimo tale esposizione”.
“Non ci soddisfa la risposta della Commissione – ha commentato il portavoce del M5s Pedicini -, è troppo generica e rimanda tutto agli organi di controllo nazionale. Tuttavia, è un altro passo avanti per tenere alta l’attenzione sulla vicenda. Continueremo ad impegnarci, insieme ai portavoce del M5s a Roma e alla Regione Campania, per fare in modo che gli organi locali competenti si assumano le loro responsabilità e individuino una rapida soluzione che tranquillizzi i cittadini e i lavoratori”.