Seconda giornata di lavori per Sannio Start – Stakeholder in Assemblea per la Rigenerazione Territoriale – organizzata e promossa dalla federazione del PD di Benevento presso il suggestivo scenario dell’impianto delle Terme di Telese e che ha visto la presenza del ministro delle politiche Agricole e Forestali, Maurizio Martina.
Ad accogliere il ministro, una sala Goccioloni gremita, composta soprattutto da imprenditori agricoli, allevatori e cittadini registratisi per poter fornire idee e contributi nella discussione che porterà poi alla stesura del documento programmatico che domenica verrà presentato al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Dopo aver preso la parola, il ministro Martina ha esordito affermando che il Partito Democratico “è la casa di chi vuole cambiare il Paese”. “Ognuno – ha proseguito – deve fare la propria parte per aiutare questo processo di cambiamento, anche perché abbiamo fatto solo un decimo di quello che ci attende”. Analizzando la crisi, Martina ha dovuto inevitabilmente ammettere la perdita di peso subita, dal comparto produttivo e manifatturiero italiano “-25%”, ma anche della manodopera “oltre 1milione di posti di lavoro in meno”, rivendicando dunque le misure espresse dal governo con il Jobs Act che, dice, “hanno favorito ed abbassato il costo del lavoro, un processo che in un paese normale sarebbe risultato ordinario”.
Riforme dunque e ancora riforme per far si che si costruisca “un modello nuovo di sviluppo” che vede nei dati dell’export un punto di conforto, anche perché continua Martina, “i trend migliori sono stati riscontrati al sud e non al nord”.
Altro punto toccato dal ministro, è stato quello riguardante l’organizzazione e la difesa del reddito”, dove bisogna innanzitutto riorganizzare il rapporto produttore – consumatore e dunque accorciare la filiera e riprendere un concetto che è tornato di moda, quello della cooperazione.
Tutelare i produttori, sarà il cardine dell’operato di Martina, che li ritiene, “anello fondamentale della catena” e nuovo passaggio sulla riduzione della tassazione fiscale unitamente ad una semplificazione del “carico burocratico” ed una maggiore facilitazione all’accesso dei contributi europei e le leve pubbliche statuali.
Il Ministro Martina, ha poi parlato di Sannio e lo ha fatto senza prescindere da un lavoro sinergico da fare insieme alla Regione Campania, “così da non lasciare tutto al caso”. E giù poi con la critica alla Giunta Caldoro, rea di non essere stata capace di spendere oltre 200 milioni di euro provenienti dalla passata programmazione (PSR 2007 – 2014), per poi annunciare che per il PSR 2014 – 2020, ritiene “non banali circa 1miliardo ed 800mila euro di fondi”.
Secondo il ministro, quello che però frena è la mancanza di infrastrutture, perché “puoi realizzare un buon prodotto ma senza di essere, rischi di tenerli poi in casa”.
Si è soffermato poi a parlare del sistema vitivinicolo, che “rispetto ad altre filiere produttive sta indubbiamente meglio ma anch’esso ha bisogno di capacità di movimento, di strumenti che lo accompagnino la crescita anche delle imprese”. L’esempio proposto è starò quello del ‘voucher di formazione manager export’ pensato per accompagnare nel mondo proprio i produttori ed i prodotti“. Ha parlato poi di ‘banda larga’ che a detta del ministro, “è ancora insufficiente, anche alcuni km sono già stati messi in attività”.
Per Martina però, “l’azione del governo ha aperto una breccia” e bisogna andare avanti nel solco tracciato con caparbietà. Anche perché, “il lavoro non lo compie soltanto un ministro, o tantomeno un decreto, ma un lavoro di squadra tra ministero, territori, imprese ed istituzioni”. E l’appello finale lanciato dal ministro, è andato proprio in questa direzione. “Diamoci una mano, perché è giunto il momento di spingere sull’acceleratore, l’agricoltura e l’agroalimentare sono gli architravi non solo di un modello economico ma di società così come in questi mesi ci ha insegnato Expo”.