“Servire significa, in gran parte, avere cura delle fragilità. La grandezza di una nazione si misura dal servizio ai più deboli“, così papa Francesco davanti a 500mila persone, durante la Santa Messa, a Cuba, accanto al popolo, oltre i miti.
Appena atterrato, l’altro giorn, aveva subito lanciato il suo messaggio di pace: “La riconciliazione con gli USA sia da esempio per il mondo.”
In questo viaggio tra Cuba e Stati Uniti, tra stop e fughe in avanti, il cambiamento è in marcia. Cuba e Stati Uniti parti di un unico pellegrinaggio. Nel 1988 fu papa Giovanni Paolo II a rompere il ghiaccio e fu un avvenimento epocale.
Colpito dai discorsi di Woytila sull’isola, l’allora arcivescovo argentino scrisse in un libretto le proprie impressioni.
Le parole di Bergoglio sembrano il filo rosso della sua visita nell’isola dei Castro. Ecco cosa scriveva il gesuita, appena nominato arcivescovo di Buenos Aires. “Il valore del dialogo radica, precisamente, nel fatto che grazie ad esso. è possibile arrivare alla verità, basata sul vangelo. Il dialogo si contrappone a espressioni monolitiche ed orienta lo spirito nella ricerca della verità.”
Cuba è un arcipelago che si affaccia verso tutte le direzioni ,con uno straordinario valore come “chiave” tra nord e sud, tra est e ovest. Crocevia in cui i popoli possono incontrarsi.
Francesco nella cerimonia di benvenuto all’aeroporto ha richiamato l’attenzione di tutti sull’importanza della posizione geografica dell’isola. Una sorta di vocazione naturale all’amicizia e alla solidaritea cristiana.
Il luogo più plurale? E’ la Chiesa. Il luogo dove le differenze dialogano? È sempre la Chiesa.
Lo ha ribadito entrando nella sede del centro Felix Varela intitolato al venerabile sacerdote che pagò in prima persona la difesa degli ultimi e della libertà. Una delle sue frasi più celebri:” Non c’è patria senza virtù,nè virtù con empietà“, è incisa all’entrata del centro. Le parole del Papa vanno controccorente, sono profetiche, inducono a pensare ciò che favorisce il progresso e la pace, costruiscono ponti.
Per papa Francesco conta esserci e dialogare, conta portare la speranza. Lui non dimentica i diritti degli oppressi.
Ora tutti, dopo la pace e il disgelo con gli USA, vogliono un miracolo con Obama: lo deve convincere a togliere l’embargo.
Si sa, il pontefice ha avuto un ruolo fondamentale nel disgelo con gli Stati Uniti.
E c’è anche un amarcod con il papa argentino: per Fidel e Raoul sarà un ritorno alle radici. I due fratelli, infatti, studiarono dai gesuiti.
Il cammino che si apre in questi giorni a Cuba e negli Stati Uniti l, è un futuro completamente proteso verso il nuovo.
La logica evangelica con Francesco si rivela in imprese e prove.