Italia sempre più povera. Continua a crescere il numero delle persone a rischio povertà ed esclusione sociale: il 28,1%. È l’Italia che esce da sette anni di crisi economica, politica e sociale in una fotografia scattata da Eurostat. Un dato che, dal 2008, continua a crescere con ritmi che mettono il Paese tra le maglie nere d’Europa. Dal 2008 al 2014 l’aumento è stato di 2,8 punti, pari al sesto maggior incremento tra i 28. Le persone che vivono in famiglie a basso reddito sono aumentate dal 18,7% al 19,6%, chi soffre di forti privazioni materiali è salito dal 7,5% all’11,5%, mentre chi si ritrova in una situazione familiare a bassa intensità di lavoro è aumentato dal 9,8% al 12%. Il record negativo continua ad essere mantenuto dalla Grecia, con un aumento delle persone a rischio povertà di quasi 8 punti, dal 28,1% del 2008 al 36% del 2014. A seguire la Spagna (+4,7 punti), Cipro (+4,1), Malta (+3,7), l’Ungheria (+2,9) e poi l’Italia con 2,8. I paesi in cui in assoluto il tasso di povertà è maggiore restano però la Romania (40,2%) e la Bulgaria (40,1%), seguite dalla Grecia. L’Italia è settima sui 28. I paesi dove invece le persone a rischio povertà sono di meno sono Repubblica ceca (14,8%), Svezia (16,9%), Olanda (17,1%), Finlandia (17,3%) e Danimarca (17,8%). Nel complesso nell’UE, dall’inizio della crisi sino allo scorso anno, il numero di persone in difficoltà è salito dal 23,8% al 24,4%. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, “una ulteriore conferma della gravissima situazione in cui si trova l’Italia che evidenzia come tutte le misure sino ad oggi attuate sono state inefficaci ed inadeguate”.