Neanche 48 ore fa, sembrava che PD e NCD fossero alle strette. Precisamente, sembrava che i due partiti, nelle persone di Maria Elena Boschi e Angelino Alfano, stessero per darsi le spalle. Come spesso accade in questi casi, le divergenze (come pure le comunanze) d’opinioni, non sono così drastiche come appaiono. O perlomeno, adesso la situazione è stazionaria. È successo che, sul tema delle unioni civili e stepchild adotion, il PD tira da una parte e NCD si muove verso l’altra, e questa non è una novità. Dai toni dei due contendenti, pareva ancora una volta che il momento critico fosse vicino, quello di una decisioni definitiva, nel bene o nel male. Poi è arrivata la Ministra a calmare le acque, con un intervento sulla tv nazionale, e insomma siamo punto e a capo. La stessa Maria Elena Boschi che, a quanto pare, aveva detto che il PD era pronto a trovare altre alleanze, in caso di un rifiuto a collaborare da parte del Nuovo Centrodestra.
Alfano e gli alfaniani, e con loro tutta la schiera di Area popolare, del DDL Cirinnà non ne vogliono proprio sentir parlare, esattamente come la Lega Nord, ma più inflessibili di FI. Ma Alfano e i suoi, vien da chiedersi, quanto potere hanno realmente? Quando l’ex pupillo di Berlusconi spiccò il volo dal nido paterno, partirono le scommesse su di lui e sull’intera ala scissionista, da parte di quanti si domandavano dove sarebbero andati a planare. In effetti, la sua strada l’ha trovata proprio al fianco del PD, come Ministro dell’Interno, con Letta prima e Renzi poi. Se lo sganciamo, però, dall’ottica delle alleanze, insomma se lo consideriamo da solo con il suo partito, quest’Alfano cosa può fare? In bilico tra centrodestra e centrosinistra, sarebbe in grado di mantenersi in equilibrio, o la sua voce rischierebbe di disperdersi ai quattro venti? Renato Brunetta è pronto a giurare che il nostro Alfano versi in una condizione di subalternità, e c’è da giurare che non sia l’unico a pensarlo, anche tra le stesse fila dell’NCD.
Il punto, però, è un altro. UdC, NCD, Lega, FI provano da anni a bloccare un’avanzata che ha letteralmente travolto l’Europa e il mondo occidentale, rimanendo ciechi, sordi e abbarbicati sulla loro roccaforte, e con loro il resto d’Italia, purtroppo. Sembrerebbe che abbiano vinto, ma non è così. Hanno solo rallentato un processo che è in corso anche da noi, e che va verso il riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto, omosessuali e non, di una famiglia che non sia per forza quella tradizionale e, perché no, anche verso una uguaglianza più diffusa, più vera.
Il che ci porta ad un’altra conclusione: se il pericolo delle ultime ore era quello che l’alleanza PD-NCD colasse a picco, e si è tanto parlato, in proposito, di accordi, vicinanze, allontanamenti vari, allora è proprio sulle alleanze parlamentari che bisognerebbe riflettere. Alfano è pronto a rivolgersi da un’altra parte pur di ostacolare il disegno di legge? Bene, che anche il PD si guardi attorno. Perché sul tema delle unioni civili e delle adozioni congiunte, c’è qualcun altro che la pensa come i democratici. Basta guardare SEL e i Cinque Stelle. Maria Elena Boschi, che ha rimesso ordine in casa annunciando che non ci sarà alcuna rottura di governo e di maggioranza, e che è ancora possibile trovare un accordo, dovrebbe chiedersi come sia possibile stipulare accordi con chi non sa rispondere altro che no, no e no. E magari lasciare davvero, per una volta, il Nuovo Centrodestra da solo, per vedere come se la cava.