L’Italia a mano armata è un Paese allo sbando. Un Paese distratto dalle speculazioni sui timori del Papa che diventano tumori è un Paese che dimentica Benevento e la sua tragedia; un Paese attratto geneticamente dalla mafia ostiense è un Paese con la memoria corta e i lacci della borsa famelicamente troppo aperti. Un Paese così irrispettoso del presente, immemore della storia e arrogante verso il futuro, non può non essere preda di avventori politici che fanno della violenza verbale e simbolica il proprio marchio rigenerante. In effetti, se portata dinnanzi ad uno specchio, l’immagine della società italiana rifletterebbe la parabola involutiva di un Paese dove Fine moduloun numero sempre più largo di persone coglie ogni occasione nazional popolare per vivere aggressivamente, in pubblico, la propria avversione, la propria cattiveria, la propria frustrazione, restituendo una versione indegna e miserabile del quarto d’ora di notorietà annunziato per tutti da Andy Wharol. Sembra di vivere costantemente nei Due Minuti d’Odio raccontati da Orwell in 1984, quando l’autore britannico scrive: “Un attimo dopo, dal teleschermo in fondo alla sala esplose uno stridio lacerante, terribile, come se a produrlo fosse stata una qualche mostruosa macchina mal lubrificata, un rumore che allegava i denti e faceva rizzare i capelli in testa. L’Odio era cominciato.” L’odio questo cosmo di cui avere paura. Questo vortice dal quale fuggire. Questo mondo che genera paura vera, non più liquida, se ad ossequiarlo e ad attizzarlo ci si mette un europarlamentare leghista di nome Gianluca Buonanno che, non solo usa la grammatica della violenza per spalleggiare con le parole le sue opinioni, ma che, addirittura, porta in televisione un’arma da fuoco. I tempi bui predetti da Alexandre Le Bon nella sua Psicologia delle folle escono dalla sola teoria. I tempi dei barbari, quelli in cui in un paesino, di cui è sindaco lo stesso Buonanno, si finanziano 250 euro per ogni cittadino che vorrà acquistare una pistola, sono arrivati. I tempi da cani, quelli in cui forze politiche di ultra-destra e populiste difendono, vestiti da poliziotti, un pensionato killer che dichiara di dormire da otto anni con una pistola sotto il cuscino, sono già ieri. Il bisogno e la necessità della legalità sono un conto, la legittimazione della violenza è il punto di non ritorno del buon senso. Appunto. Il senso della misura e la misura del senso: quale delle due espressioni è andata perduta prima? Non saprei rispondere in realtà. Però l’asticella del consentito è stata innalzata inesorabilmente e le conseguenze di questo gesto potrebbero essere davvero irreparabili.