di Valeria Valente
La scelta di non partecipare stamattina alla riunione indetta dalla segretaria regionale del Pd, non è stata assunta a cuor leggero. Da più parti si è fatto appello al senso di responsabilità, da esercitarsi in una fase tanta delicata. Ed è proprio il senso di responsabilità che mi spinge, come coordinatrice regionale di Rifare l’Italia, a chiedere un cambio di passo radicale e percepibile dalla opinione pubblica. Qui non sono in ballo gli assetti interni al Pd, vecchi o nuovi che siano. Quella che pongo è una questione di linea politica: innanzitutto, andrebbero dette parole più chiare e nette per stigmatizzare quanto avvenuto e come è stata gestita l’ultima fase. Trasparenza, correttezza ed etica della politica vanno non soltanto declamate, ma anche esercitate. Sempre. Con rigore e serietà. Il Pd deve essere capace di chiederlo e pretenderlo, prima di tutto dai suoi amministratori e da se stesso. Per questo, è necessario che il gruppo dirigente del partito in Campania, riconoscendo gli errori commessi, faccia autocritica. E’ vero, Vincenzo De Luca non ha mai brillato per correttezza dii rapporti con il partito. E’ altrettanto vero però, ed è ora di riconoscerlo, che il Pd regionale ha commesso un errore quando, per esempio, ha consentito a diversi dirigenti di essere cooptati nella struttura di staff della Presidenza della Regione, favorendo una commistione tra funzioni di gestione e direzione del partito. Una commistione di sicuro non virtuosa. Si è trattato di errori seri che oggi fanno pagare un prezzo troppo alto al Pd. Perciò, anche in vista delle prossime scadenze amministrative, attraverso una severa autocritica, occorre determinare una svolta radicale che non può prescindere dal coinvolgimento della segreteria nazionale del Partito democratico, alla quale va chiesta una assunzione di responsabilità chiara, priva di ambiguità, tentennamenti e irresponsabili rinvii. Operazioni di maquillage volte unicamente a ristabilire equilibri interni al partito, non servono ad alcunché, specialmente in questa fase. L’unico nostro assillo deve essere quello di tornare a parlare un linguaggio credibile e coerente, in grado di essere compreso dai nostri elettori, attuali e potenziali.
*Coordinatrice regionale Rifare l’Italia