È un noto esponente del Partito Democratico in Campania, è responsabile della comunicazione per il PD a livello regionale ed è nella segreteria della regione. È così che Samuele Ciambriello, padrone di casa della trasmissione del lunedì di Radio Club91, Dentro i fatti, ha introdotto il suo ospite Luciano Crolla, al quale chiede subito di entrare nel vivo della questione della segreteria regionale, riferendo, prendendo spunto dal Mattino, di uno scontro tra Tartaglione e De Luca.
«Mi sembra una ricostruzione fantasiosa, c’è stata una affollatissima riunione di segreteria insieme a parlamentari, consiglieri regionali, tutti i quadri politici del partito più importanti. In realtà si è arrivati a una linea tranquilla e unitaria, anche se mancavano alcuni che io però sono convinto rientreranno presto. Hanno anche motivato questa scelta, ci sono in effetti anche delle ragioni condivisibili, però io penso che in questo momento saremmo uniti tutti quanti. Nessuno di noi ha attaccato De Luca, ma abbiamo rivendicato una maggior autonomia del partito nelle scelte e De Luca è e resta il nostro presidente fino a prova contraria».
Si parla ancora di polemiche e tafferugli interni al partito, come le critiche, ricorda Ciambriello, mosse da Valeria Valente e i suoi, riguardo al fatto che, dopo la vittoria di De Luca, tanto ceto politico regionale e candidati non eletti sono entrati prepotentemente a gamba tesa nella Regione, e soprattutto si parla di dinamiche interne al PD, tanto a livello regionale che a livello nazionale: «Non possiamo stare a celebrare un congresso permanente, anche in Campania come a livello nazionale, questa storia deve finire. I congressi si fanno ogni tot anni e lì si scelgono le linee; anzi, vi dirò di più, io sarei addirittura per fare congressi che decidano anche già direttamente dei candidati monocratici». E ancora «Penso che forse il problema – ha continuato Luciano Crolla – è che ci voleva un po’ più partito dentro queste istituzioni, un po’ più di condivisione e un po’ più di professionalità anche sulla gestione di certe dinamiche come quella comunicativa, che è stata un disastro in questa settimana».
Con l’arrivo di Roberto Fuccillo, giornalista de La Repubblica, in collegamento telefonico, nel dibattito finiscono pure la discussa questione di Nello Mastursi, che per Crolla «è stato l’uomo più sovraesposto della regione dentro il partito», mentre si continua a discutere dei rapporti tra partito e segreteria, e del funzionamento del partito stesso. «Il punto qui non è il doppio incarico, il punto è l’autorevolezza politica del partito: Renzi è presidente e segretario ed è autorevole e forte in entrambi i ruoli. Adesso serve rafforzare il partito con quadri e dirigenti di peso».
Nella seconda parte dell’intervista, al centro del dibattito Bagnoli e la terra dei fuochi, con Renzi che ha sbloccato i fondi e afferma che De Luca ha il diritto e il dovere di governare. «In molti si sono soffermati sulla risposta, anche un po’ di prassi, di Renzi sulla questione del garantismo, ma la vera risposta politica è quella, lavorate, fate in fretta», perché ciò di cui c’è assolutamente bisogno, sottolinea Crolla, è proprio la volontà e la forza di agire e di combattere l’immobilismo: «Penso che la gente sia veramente stanca, questo governo in un anno e mezzo ha sbloccato finalmente la situazione. La vera notizia non è l’arrivo dei soldi ma che cominciano i lavori e dopo 21 anni è questa la grande novità, che presto la gente vedrà i cantieri e vedrà lavorare per la bonifica. Di fronte a questo noi non possiamo avere un sindaco che ancora paralizza la questione».
Si apre così lo spazio alla discussione sulla rimozione delle ecoballe, che per Crolla «ha un grandissimo valore ambientale, ma anche simbolico e politico, e forse può rappresentare un piccolo riscatto per noi e per la storia recente di quest’amministrazione», ma anche per l’intervento di Pasquale Sommese e per una finestra sul ruolo dei moderati in Campania e in Italia. «Io penso che dal momento che ci troviamo di fronte a una questione di tripartitismo in questo Paese, questo complica ancora di più il quadro. I cosiddetti moderati si dividono ovunque e si dividono sulla proposta, non c’è un raccoglitore vero e proprio dei moderati in questo Paese», mentre per Sommese i moderati «non si dividono sulla proposta ma sulla scelta del leader», anche se la scena politica italiana attuale sembra impedire un vero e proprio centrismo.
La degna conclusione pare essere un argomento spinoso come quello delle primarie, e dunque della scelta dei candidati, primarie che per Luciano Crolla «sono uno strumento che normalmente servono a rappresentare i rapporti di forza e a fotografarli. Abbiamo decine di esempi in cui ci è andata bene o male con le primarie, ma prima viene sempre il lavoro politico, la scelta politica è sempre a monte»