di Antonio Marciano
È evidente che siamo a un passaggio importante per la vita del PD, pienamente dentro la responsabilità del governo regionale, alla vigilia di una tornata amministrativa decisiva soprattutto per l’esito del voto di Napoli.
Dunque, giusto e doveroso assumere scelte all’altezza della sfida, sia sul piano organizzativo ma soprattutto sul piano politico. Oggi ancor di più, proprio dopo le vicende della cronaca recente che hanno spinto il Partito nazionale a chiedere al gruppo dirigente regionale un cambio di passo.
Ecco, è proprio qui il punto che sul quale dobbiamo chiarirci fino in fondo. Il tema – per me, per noi, per “Rifare l’Italia” – è se decidiamo di cambiare verso alla segreteria regionale del partito o se ci limitiamo a cambiare segreteria. Sembrano la stessa cosa ma così non è.
Penso che la segreteria nazionale debba esprimere un giudizio su come questo partito in Campania è stato guidato; un giudizio serio e severo, che ovviamente riguarda tutti, ma ciascuno per le responsabilità ricoperte dentro questa segreteria. Siamo persuasi che si debba cambiare verso anche in Campania e proprio per questo una ripartenza, che non passa da una rilettura autocritica di questa fase di direzione politica, rischia di apparire semplicemente come il ridisegno di nuovi equilibri dentro il PD e verso il governo regionale.
Non credo che al nostro elettorato, e soprattutto a chi dovrà scegliere se votare il PD alle prossime elezioni, interessi questo: forse saremo più credibili verso i cittadini e la nostra comunità regionale se sapremo costruire un profilo autonomo ed autorevole del PD. Con una sua agenda politica, con una sua idea delle alleanze, con la sua capacità comunicativa, con un ritrovato orgoglio di appartenenza, con la giusta dimensione etica. E, ancora, con le sue radici pienamente dentro i bisogni vecchi e nuovi che il terzo millennio ci consegna e con la sobrietà che si impongono ad un grande partito popolare, con enormi responsabilità di governo qui e a Roma.
Questa consapevolezza, questa necessaria autocritica e soprattutto i contorni di un rilancio di iniziativa e di contenuti appaiono ancora impercettibili. Ecco perché ritenevamo, e riteniamo giusto e necessario, avere un coinvolgimento pieno della segreteria nazionale. Ovviamente non abbiamo la presunzione di condizionare il lavoro che si intende mettere in campo, ma neanche rinunciare ad una nostra funzione critica.
Se c’è questa disponibilità bene. Diversamente, non viviamo come un assillo l’ingresso nella nuova segreteria o nel nuovo ufficio politico (anche le definizioni hanno il loro significato), e questo non pregiudicherà il nostro impegno e il nostro sostegno verso il PD e verso l’azione di governo regionale e nazionale. Questa è la nostra dimensione della responsabilità. Consiglierei a chiunque di evitare di avventurarsi in letture ed interpretazioni fantasiose e fuorvianti.
*consigliere regionale PD Campania