Il fenomeno delle baby gang è ormai dirompente nella città di Napoli. Quelli che prima venivano definiti banali atti vandalici, episodi isolati commessi da alcuni ragazzini per puro divertimento, sembrerebbe stiano diventando sempre più diffusi e rappresentativi di un atteggiamento comune tra “troppi” minori napoletani. A questi episodi si aggiunge l’alta percentuale di giovani ragazzi, che non raggiunge nemmeno l’età dell’adolescenza, che decide di affiliarsi ai clan della città. Non è un caso, infatti, che il cardinale Crescenzo Sepe, durante il tradizionale discorso dell’Immacolata, che si tiene ogni anno in Piazza del Gesù, abbia scelto di parlare di questo fenomeno, oggi divenuto un vero e proprio problema della città, se non addirittura uno dei mali peggiori.
E proprio, durante, questi giorni festivi si è potuto osservare come la rabbia di questi ragazzini si manifesti in tutto il territorio partenopeo. Nel week end sono stati rubati diversi alberi di Natale nelle strade del centro, altri sono stati distrutti, addirittura una banda di ragazzi ha provato a portar via, non riuscendoci, un grande abete, collocato in Via Bisignano dai commercianti della zona. E come ogni anno anche l’albero di Galleria Umberto è stato distrutto. E questi sono solo alcuni degli episodi per mano di alcune baby gang, a cui si assiste in città.
«La proliferazione di queste bande di giovani criminali può strozzare e uccidere senza appello il futuro della città. Bisogna mettere a fuoco il comparto più infame delle violenze, quello che prende di mira e stringe in una terribile morsa i suoi protagonisti attivi: giovani, adolescenti e in qualche caso addirittura bambini», queste le parole del Cardinale Sepe nel giorno dell’Immacolata.
Ora è chiaro che gli atti vandalici non siano per forza legati a giovani che si “arruolano” nei circuiti malavitosi, restano però episodi gravi da parte di ragazzi, che non hanno il minimo senso della legalità. Atti vandalici che oggi sono distruggere un albero, una pianta ornamentale della città, una vetrina e qualsiasi cosa passi a tiro, ma domani potrebbero trasformarsi in violenze peggiori. Non vuole questa essere una visione pessimistica della situazione, ma al centro della questione ci sono pur sempre minori. Alcuni che manifestano la loro forza, distruggendo alberi, sacchetti della spazzatura, vetrine e quant’altro. Altri che, invece, scelgono di seguire la malavita perché frutto di guadagni facili e di “potere” o per emulazione dei loro padri o fratelli. Seppur non sia detto che un fenomeno sfoci nell’altro o viceversa o che coesistano tra di loro, in entrambi i casi siamo davanti a minori che vivono nella totale assenza di regole, nell’ignoranza, nella mancanza d’educazione e senso civico. E non si può evitare di pensare anche a questi minori quando si parla di riqualificazione del territorio. Perché anche loro rappresentano il futuro di questa città.
Come non accogliere, dunque, le parole del Cardinale Sepe che invita a combattere questo fenomeno, che spinge a reintegrare questi giovani, a dar loro un’educazione diversa da quella che hanno ricevuto. E’sicuramente questo un passo fondamentale da compiere, per dare un futuro migliore a Napoli e ai suoi cittadini.