Qualche giorno fa ho scritto un breve articolo sulla eventuale elettrificazione delle banchine del nostro porto per attivare il cosiddetto “cold ironing”.
In conclusione chiedevo che venissero monitorate le navi all’attracco per controllare se, rispettando le norme UE, facessero uso di combustibili a basso tenore di zolfo.
Sabato scorso si è tenuto nella chiesa di San Giovanni Maggiore un dibattito sul problema portuale realizzato nell’ambito della iniziativa “Il Sabato delle idee “ curata dall’ordine degli ingegneri. Partecipazioni qualificate e prestigiose come richiedeva la serietà dell’argomento .
In quella sede l’assessore comunale all’Ambiente dottor Del Giudice, persona assolutamente per bene per unanime riconoscimento, intervenendo sulle questioni di sua competenza ha detto, con molta timidezza, di aver chiesto l’utilizzo di gasolio pulito e non del tipo BTZ. Le sue parole ci rivelano che non basta essere persona perbene per essere un buon assessore.
L’assessore all’Ambiente del Comune non deve dire sottovoce agli armatori “Fate i buoni”, come dice una corrente pubblicità.
Egli DEVE pretendere dall’Autorità portuale che si attivi per il rispetto della vigente normativa UE in materia.
La normativa in vigore è la Direttiva 2012/33/CE recepita nell’ordinamento dello Stato italiano tramite una modifica degli articoli 292 e 296 del Codice dell’Ambiente (Titolo III della parte V del Codice). La norma è contenuta nel DLgs n°112 del16/7/2014 ( GU 186 del 12/08/2014).
Il decreto al comma 8 stabilisce che sulle navi all’ormeggio il combustibile da usare non deve contenere più dello 0,50% di zolfo in massa Il divieto si applica anche sui periodi di carico, scarico e stazionamento. L’uso del combustibile corretto va documentato e registrato sia sui giornali di bordo che su quelli di macchina previsti dal Codice della Navigazione. Lo stesso decreto al comma 10 stabilisce che le navi debbono essere dotate di strumenti per la misura in continuo delle emissioni di zolfo e di tutti i parametri necessari a normalizzarne la concentrazione.
Il controllo spetta, come è ovvio, all’Autorità portuale. Il Comune, membro di diritto dell’Assemblea, non deve invitare gli armatori ad essere buoni, ma deve pretendere dall’Autorità, una relazione mensile sull’andamento dei controlli e la segnalazione immediata degli sforamenti della concentrazione ed avviare nei confronti delle compagnie responsabili le opportune iniziative legali e politiche a protezione dell’ambiente cittadino. Finora il Comune le sue iniziative legali le ha attivate solo contro il Governo e lo Stato percorrendo la via giudiziaria all’autonomia.
Prendersela con i grandi armatori, se è il caso, è certamente più duro. Potrebbero il dottor Del Giudice ed il nostro battagliero Sindaco muoversi con più decisione in
questa direzione?
- PS) Chiedo scusa per le citazioni ed i numeri. Ma purtroppo questa volta sono
Ma l’Assessore ce l’ha uno staff tecnico?