Sabato 19 dicembre, presso la sede di Napoli della Casa di accoglienza per detenuti, “Liberi di Volare”, si terrà un convegno sul tema delle carceri e sulla necessità di liberarsi dal carcere stesso. Dalla certezza della pena alla certezza del recupero, il convegno focalizzerà l’attenzione sulla speranza di riscatto da parte dei detenuti e sul “perdono responsabile”. I lavori del convegno, che sarà moderato dal direttore di Linkabile Samuele Ciambriello, saranno aperti dall’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, Interveranno, inoltre, don Virgilio Balducchi, ispettore generale dei cappellani, Ornella Favaro, presidente C.N.V.G, Carlo Borgomeo, rappresentante della Fondazione con il Sud e Mario Cappella, coordinatore del progetto “Liberare la Speranza”. Il convegno, sarà concluso da don Franco Esposito, direttore diocesano della Pastorale Carceraria.
Secondo il giudizio dei responsabili della struttura napoletana, “un uomo recuperato non è più pericoloso, mentre la giustizia vendicativa produce persone che scelgono di nuovo la via delinquenziale. La società può e deve coinvolgersi nel recupero dell’uomo che sbaglia. La casa di accoglienza vuole essere un’alternativa concreta all’attuale sistema carcerario, costoso e inumano, inefficiente e degradante. Ci ritroviamo di fronte ad una emergenza educativa spaventosa, profonda e insostenibile, tale emergenza educativa trova le sue radici proprio nella nostra società, a tutti i livelli, ed i delinquenti finiti in carcere ne rappresentano spesso il frutto maturo. Pertanto nel momento dell’uscita dal carcere, tali persone vanno accolte obbligatoriamente, presso strutture adeguate, per non incorrere nel rischio di una recidiva certa, come le statistiche ci dicono. Bisogna superare la vendetta, aiutando le persone alla radice del problema costruendo percorsi e strutture educative, dove la persona è aiutata a cambiare. La risposta alla delinquenza non può più essere solo carcere , i dati sono chiari, ogni giorno escono dalle carceri circa 1000 persone, delle quali sappiamo già che 800 nei mesi successivi torneranno a farsi e a fare del male, eppure si spendono molti soldi per mantenere tali strutture mentre non si spende un euro per sostenere realtà di accoglienza che realmente servirebbero alla rieducazione e al reinserimento della persona detenuta, infatti di carcere si parla tanto, ma i fondi per una retta giornaliera, per le comunità che accolgono detenuti non tossicodipendenti sono ancora un miraggio. Eppure la recidiva passerebbe dall’ 80% al 15% con costi che scenderebbero dagli attuali 200 € giornalieri a meno di 40 €”.
La “Casa Liberi di Volare” nasce al fine di potenziare l’accoglienza di detenuti comuni non tossicodipendenti. La “casa” ha un compito educativo che applica letteralmente il significato del termine “educare”cercando di “tirare fuori” il meglio, la parte positiva che ogni individuo racchiude in sé. Accoglie detenuti direttamente dal carcere, dopo aver recepito da loro, tramite diversi colloqui preventivi ed in collaborazione con le istituzioni preposte, una volontà di cambiamento del proprio stile di vita. Con gli stessi, inizia un percorso rieducativo personalizzato secondo il progetto “Liberare la speranza”. Attualmente la possibilità di accoglienza è di 9 detenuti residenziali, e 30 in affidamento dagli arresti domiciliari o in semi libertà. Da pochi mesi, è prevista anche l’accoglienza per detenuti in permesso premio.