Il MADRE di Napoli è il miglior museo dell’anno in Italia per la prestigiosa rivista e sito web Artribune che nel consueto BEST OF di fine anno, redatto in collaborazione con un articolato gruppo di opinion makers, su tutto il meglio del 2015 nel mondo dell’arte italiana (personaggi, artisti, curatori, musei, gallerie, politici) ha assegnato il primo posto al museo napoletano di arte contemporanea, fondato e interamente partecipato dalla Regione Campania.
Per tutto lo staff del MADRE e il suo pubblico è un gratificante bis: già nel 2013 Artribune lo aveva ritenuto il miglior museo del Paese e, lo scorso anno gli aveva conferito una menzione speciale, riconoscimenti della stampa specializzata che sembrano trovare riscontro nel gradimento del pubblico, cresciuto ancora nel 2015 di oltre il 20% rispetto all’anno precedente, e più che raddoppiato negli ultimi tre anni.
Anche in occasione delle festività natalizie, le sale del museo sono affollate per visitare le mostre in corso: Daniel Buren con Axér/Desaxér e Comme un jeu d’enfant, Marco Bagnoli La Voce. Nel giallo faremo una scala o due al bianco invisibile, Mark Leckey DESIDERATA in media res, Boris Mikhailov “io non sono io” e i Teatrini-Presepi di Giosetta Fioroni, oltre alla collezione site-specific del primo piano e al percorso espositivo Per_formare una collezione al secondo piano e in spazi vari dello storico Palazzo Donnaregina.
Intanto il museo sta già lavorando alla prossima stagione espositiva che comprenderà, tra l’altro, la mostra personale, nella primavera del 2016, dedicata a Mimmo Jodice (Napoli, 1934), uno degli indiscussi maestri della fotografia contemporanea. La mostra, la più ampia retrospettiva mai dedicata all’artista, presenterà, in un percorso appositamente concepito per gli spazi del museo MADRE, più di cento opere, dalle seminali sperimentazioni sul linguaggio fotografico degli anni Sessanta e Settanta ad una nuova serie (Attese, 2015) realizzata dall’artista in occasione di questa mostra. Articolando fra loro i principali aspetti e temi della sua ricerca – le radici culturali del Mediterraneo, le epifanie del quotidiano, il paesaggio naturale, la fantasmagoria delle metropoli contemporanee, il confronto fra la tensione etica e la dimensione della cronaca o della storia, così come fra il passato e l’identità contemporanea – Jodice si sofferma in un tempo indefinito, in cui si intrecciano il passato, il presente e un futuro ancora sospeso nella dimensione dell’attesa, e in cui, se dal 1978 scompare la figura umana, fino a quel momento presenza ricorrente, ciò che si staglia di fronte a noi è l’ineffabile eternità e il nitore assoluto di immagini in bianco e nero, lo sguardo incantato e rivelatore di una macchina da presa che si fa macchina del tempo, o del superamento del tempo, la suprema celebrazione dell’umano, colto osservando il mondo interno a noi e restituito in tutte le sue espressioni sensibili, la scoperta e la costante reinvenzione, infine, dell’espressione fotografica stessa, e delle sue potenzialità rappresentative e conoscitive. In occasione della mostra sarà pubblicata, a giugno 2016, una nuova monografia dedicata all’artista che conterrà, insieme a contributi critici inediti, un esteso apparato bio-bibliografico e iconografico, anche con le immagini della mostra.
Dettagli sulla programmazione della prossima stagione espositiva e sulle prossime attività proposte dal museo seguiranno al termine delle festività natalizie in corso.