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E’ GIUSTO ONORARE I FIGLI MIGLIORI DI UNA COMUNITA’. IL RICORDO DI PINO DANIELE, AD UN ANNO DALLA SCOMPARSA DEL FAMOSO CANTAUTORE NAPOLETANO

Nel primo anniversario della morte di Pino Daniele, Il Mattino titola “Pino per sempre: storia di un amore senza fine”, facendo memoria e rendendo omaggio all’ artista che ha incantato e fatto fremere con la sua chitarra tanti napoletani ma non solo. Mi rammarico di non  essere un conoscitore delle sue canzoni, ma voglio rendergli omaggio con una riflessione che riguarda un amore che non ha fine, cioè la sua celebrazione affettuosa da parte di tanti che sono stati coinvolti dalle sue parole e ritmi. In questi ultimi anni sono stato testimone della “beatificazione” popolare di santi laici – si fa per dire – da Ciro Esposito a Scampia considerato un eroe sportivo da ceti popolari per la sua morte tragica in uno scontro tra opposte tifoserie, ed ora in numerose manifestazioni ad un artista non solo napoletano come Pino Daniele, per non parlare di Giovanni Paolo II santificato a furor di Chiesa.

Mi sovviene la  teoria sociologica  della Religione del Grande Essere (L’ Umanità) di August Comte (1852), secondo la quale l’al di là era vista come sopravvivenza nel ricordo e nella celebrazione, e viene proposta una religione che veneri l’Uomo, sostituendo al culto dei santi quello degli eroi laici della storia civile. A nostro avviso qualcosa non muore in un altra dimensione. E’ giusto onorare i figli migliori di una comunità, ma non solo, perchè ci sono troppi affaristi, furbi e furbetti dei quartierini, per non citare i vari pifferai e nani e ballerine con rispetto parlando.

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