Gli esempi di buona sanità italiana, esistono e sono evidenti. In un paese in cui troppe volte, viene sottolineato ciò che non funziona, per una volta vogliamo portare alla attenzione di voi lettori, l’esperienza di Pasquale Sauzullo, un giovane napoletano in attesa di trapianto di rene da tredici anni, e che nei giorni scorsi è stato finalmente operato presso l’ospedale di Padova.
Di seguito, riportiamo il testo integrale della lettera che il giovane Pasquale, ha inviato alla nostra redazione.
“Egregio Dott. Ciambriello Samuele, sono Sauzullo Pasquale ed avevo il desiderio di comunicarTi che il mio sogno si è avverato. Gesù Bambino ha fatto cadere una stella cadente: dopo un lungo iter dialitico, molto sofferente, finalmente ho ricevuto il tanto atteso trapianto di rene. Dopo tredici anni di dialisi, non credevo più che mi chiamassero per il trapianto; ero quasi rassegnato, non capivo il perché’ non si riuscisse a trovare un organo compatibile, ero preso da una sofferenza indescrivibile. Ma la sera del 18 settembre 2015 ho ricevuto la tanta desiderata telefonata dove mi si preannunciava la possibile candidatura al trapianto insieme ad un altri due dializzati; alle 23.00 di quella stessa sera, mi hanno confermato la candidatura e la mattina seguente, il 19 settembre(giorno in cui si festeggia San Gennaro), alle 7.00 sono partito con il primo aereo da Napoli alla volta di Venezia, dove ad attendermi c’era una ambulanza che mi avrebbe trasportato, di lì a poco, al Policlinico di Padova; una volta lì, dopo ulteriori specifici esami di compatibilità, è stato individuato il rene compatibile, tant’è che mezzogiorno, ero già in sala operatoria con l’ equipe del Professore Paolo Rigotti, specialista nel trapianto di reni. A Padova, ho trovato un ambiente altamente professionale, attentissimo ai pazienti. Il Professore Rigotti alle otto del mattino era già in corsia per le visite.
Dopo un mese e mezzo di ricovero, sono tornato finalmente a casa, con la possibilità di riprendere una vita, la mia, normale e libera da sedute di dialisi, che effettuavo tre volte a settimana, per la durata di quattro ore ognuna. Non è mai tardi per promettere a Gesù Bambino di fare sempre opere di bene ed aiutare il prossimo.
Nel ringraziarTi per l’attenzione concessa e augurandoTi ogni bene attendo conferma Tua lettura di questa mail. Saluti”.
Una testimonianza toccante, dal valore estremamente simbolico. Pasquale, per fortuna, è tornato alla vita normale. E di questo, ne siamo tutti lieti e felici. Buona vita, Pasquale!