Il giustizialismo miete sempre vittime, così come il pregiudizio. È il caso di Luciano Passariello, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, inserito dalla Commissione Parlamentare Antimafia, alla vigilia delle scorse elezioni regionali, nella lista degli impresentabili. Impresentabile poiché, sul suo capo pendeva una accusa di riciclaggio, nell’ambito di una inchiesta che vedeva coinvolto lo stesso Passariello, assieme ad altre sedici persone. Nei giorni scorsi, tuttavia, il PM ha richiesto per lui l’assoluzione. Fino a prova contraria, in Italia, si è innocenti fino al terzo grado di giudizio. Cosa che, evidentemente, sarà sfuggita a Rosy Bindi ed agli altri componenti della “Commissione purezza”, al momento della compilazione delle liste di prescrizione.
Linkabile.it, ha ascoltato in esclusiva, proprio il parere di Passariello, al suo secondo mandato in consiglio regionale.
Alla vigilia delle scorse regionali, lei fu inserito dalla commissione parlamentare antimafia, presieduta da Rosy Bindi, nella lista degli impresentabili per il coinvolgimento in alcune vicende giudiziarie. In virtù della sua assoluzione, come giudica quel provvedimento? Oltre il danno, la beffa?
“La scelta compiuta dalla Commissione Antimafia, nell’imminenza della campagna elettorale, fu da me contestata all’epoca con argomentazioni dettagliate e puntuali. Ala luce dell’assoluzione richiesta dal Pubblico Ministero, nell’ultima udienza del procedimento giudiziario, non posso che esprimere tutta la mia soddisfazione. Ho sempre avuto fiducia nella giustizia e sono sempre stato sereno. Tzitta via, iniziare una campagna elettorale nel clamore mediatico prodotto dalle determinazioni della Commissione Antimafia e dal Presidente Rosy Bindi, non è stata cosa facile. Solo il rapporto di fiducia con gli elettori, ha fatto si che il risultato ai fini della mia elezione non risentisse della vicenda, anche se ho avuto sicuramente un danno di immagine e di conseguenza, il mancato voto di chi personalmente non mi ha conosciuto. Quel provvedimento, è frutto della rincorsa all’antipolitica che una classe dirigente matura dovrebbe evitare. Un’istituzione come la Commissione Antimafia, dovrebbe avere coscienza delle delicate questioni che tratta e in nessun modo dovrebbe prestare il fianco ad azioni di carattere politico-mediatico. Nei giorni scorsi, ho informato il Presidente Bindi dell’esito della mia vicenda, ragion per cui, rivendico le scuse ufficiali insieme a quelle della Commissione, sperando che vicende come queste, non si ripetano e non accadano più a nessuno”.
Si potrebbe ipotizzare un risarcimento politico e morale nei suoi confronti?
“Non credo possa esistere una forma di risarcimento politico, ma sicuramente esiste quello morale. Occorrerebbero le scuse ufficiali da parte della Bindi. Scuse che, dovrebbero essere riportate dalle televisioni e dai giornali, con la stessa diffusione e risalto con cui fu riportata l’altra notizia in quei giorni”.
Recentemente, il consiglio regionale ha approvato alcune modifiche circa lo snellimento delle procedure amministrative e di autonomia del presidente dal consiglio regionale. Un Uomo solo al comando?
“Abbiamo votato contro, pur non essendo stati mai contrari all’autonomia di un Presidente eletto dal popolo. Il voto contrario, è frutto del mancato dialogo per il raggiungimento dell’obiettivo. È proprio questa mancanza di dialogo, che ci fa presagire che l’autonomia chiesta dal Presidente Della Giunta, sia un mandato in bianco rivolto più che all’opposizione, ai suoi stessi uomini di cui non siamo certi che egli stesso, si fidi. Non dimentichiamo, infatti, che la maggioranza in aula è già solida”.
In vista delle elezioni amministrative del prossimo giugno a Napoli, quale è la sua posizione e del suo partito? Ci sono diverse forze in campo sul fronte del centrodestra, da Lettieri a Rivelini…
“La nostra posizione è la stessa espressa dal nostro presidente, Giorgia Meloni:”Ci spieghino che metro di misura vogliono adottare, le primarie? Il riconoscimento politico? Il consenso?”. Qualsiasi sia il metro, è giusto che lo si adotti in tutta Italia e per tutte le competizioni elettorali presenti e future. Va precisato che non esiste, ad oggi, nel centrodestra un partito del 30 % che la possa fare da padrone. Riteniamo decisivo, infine, il nostro contributo ai fini della vittoria finale del centrodestra stesso”.