di Samuele Ciambriello
Di nuovo c’è Bassolino,per far ripartire Napoli. Domenica 6 marzo si svolgeranno le primarie per la scelta del candidato del centrosinistra a Sindaco di Napoli, per le elezioni di giugno 2016. Il confronto vedrà quattro sfidanti: dalla galassia PD, Valeria Valente e Marco Sarracino sfideranno Antonio Marfella, candidato del Partito Socialista Italiano (PSI). Il quarto – o, per meglio dire, il primo, in quanto è in campo dal 21 novembre scorso – è Antonio Bassolino, classe 1947, già Sindaco di Napoli, Governatore della Campania, Ministro del Lavoro e deputato nelle fila del PCI.
Post dopo post su Facebook e Twitter, casa dopo casa incontrando tanti cittadini e respirando le loro problematiche, Antonio Bassolino ha condotto una campagna elettorale impegnativa, a metà fra il “vecchio stampo” e le nuove tecnologie, grazie ad un sapiente uso di internet (con il sito www.antoniobassolino.it), dei social network, e perfino degli smartphone, grazie alla nuova app “Napoli Riparte”.
A poche ore dalle aperture dei seggi (si voterà domenica 6 marzo dalle ore 08:00 alle 21:00, tutte le info su www.primarienapoli.it), lo abbiamo incontrato per un bilancio della campagna elettorale di queste primarie.
Cosa l’ha spinta a ricandidarsi?
“Ci tengo a dire, con grande semplicità, che la mia candidatura è per Napoli. E’ un sentimento cresciuto nel tempo, guardando alla condizione in cui versa la nostra città. Napoli è oggi slegata dai contesti nazionali, divisa al suo interno, abbandonata in tanti aspetti della vita quotidiana. Queste mie riflessioni erano comuni a tanti e tanti cittadini, che, dai mondi più diversi, hanno cominciato a chiedere un mio nuovo impegno fin da questa estate attraverso dichiarazioni pubbliche e interviste alla stampa napoletana. Io ho aspettato, guardando alle decisioni del Pd. Tuttavia, passavano i mesi, e nulla accadeva. Quando sono state indette le primarie, ho preso il mio iPad e nel modo più semplice ho scritto su Facebook e Twitter: Mi candido”.
Il centrosinistra non governa la città da cinque anni: come sta Napoli?
“La città è divisa e chiusa in se stessa. E questo la rende ancora più debole. La prima e più grande responsabilità di de Magistris è stata proprio quella di aver messo Napoli in contrapposizione con Roma, isolandola. Per affrontare i grandi e gravi problemi della città dobbiamo innanzitutto passare dalla contrapposizione alla collaborazione”.
Nel concreto quali sono le principali priorità da affrontare?
“Il Comune è in primo luogo immediatezza dei problemi: traffico, trasporto pubblico, decoro urbano, fognature, buche stradali. Bisogna ripartire da tutti questi punti, mettendoci attenzione e impegno, con una giunta giovane e di qualità che lavori 20 ore su 24. Ci sono poi grandi questioni da affrontare. Io voglio completare il grande anello della metropolitana cittadina, portandola da Piscinola fino a Capodichino e nella direzione opposta fino a piazza Garibaldi. Napoli sarà così una poche metropoli europee ad avere un servizio di collegamento su ferro che unisce il porto, l’aeroporto internazionale e la stazione”.
Nelle prossime ore si vota per le primarie. Che competizione si augura?
“Mi aspetto primarie libere, aperte a tutti i cittadini, e non solo agli iscritti di partito. Ricordiamo che possono votare tutti i cittadini residenti a Napoli, basta recarsi ai seggi allestiti nel proprio quartiere ed esibire un documento di identità valido. Maggiore partecipazione ci sarà, migliori ed utili saranno le primarie per Napoli in primo luogo, ma anche per il Partito Democratico impegnato in una difficile risalita”.