La vicenda, tutta paradossale, di alcune sigle sindacali dei lavoratori della Reggia di Caserta che di fatto hanno stigmatizzato il comportamento del direttore Mauro Felicori, reo di lavorare troppo, offre spunti molto interessanti sul piano della comunicazione.
Della querelle in sé se ne sta occupando la stampa nazionale con evidenza straordinaria. Ma ci sono alcuni aspetti che non sono stati ancora evidenziati.
Nel calcio esiste l’autogol. In genere a determinarlo è il difensore che nel tentativo di salvare la sua porta indirizza proprio lui la palla in rete. È un errore di gioco, riguarda spesso il modo in cui il calciatore si colloca nello spazio, o può dipendere dal portiere che, come si suol dire, non chiama la palla, non sa comunicare. Avviene in buona fede ed è ovviamente non voluto. Si potrebbe provare ad applicare alla vicenda Reggia la stessa dinamica.
Non c’è motivo di non credere che anche in questo caso i sindacati stessero realmente tutelando il lavoro e la qualità del lavoro dei propri iscritti. Il problema nasce nella comunicazione. Per segnalare un disagio si sceglie la via più istituzionale, ovvero la lettera indirizzata alle varie figure gerarchicamente competenti. Una volta, quando il sindacato scriveva al datore di lavoro, spesso non c’era risposta e bisognava fortemente sollecitarla per ottenerla dopo molto tempo. Ora le cose sono cambiate. Alla lettera istituzionale risponde addirittura il Presidente del Consiglio in persona, ma non con una missiva istituzionale riservata, no, risponde sul social network. Oggi si parla al mondo non si parla più in piccoli gruppi. Allora bisogna saper parlare! Altrimenti succede che se si scrive una cosa e si intendeva dirne un’altra. Chi c’è dall’altra parte non aspetta altro che cogliere l’occasione al volo. Questo si chiama autogol. È un errore di collocazione, è un errore di comunicazione.
Al di là di come lo si scrive, dire che il proprio direttore lavora troppo e per questo crea problemi è di un’ingenuità totale. Un premier politico a caccia di incremento di consensi usa subito questa opportunità. E può dire che il direttore che il suo Governo ha nominato è un gran lavoratore, tanto da creare disagio nei propri collaboratori. Un’affermazione del genere fa salire il consenso di un politico di vari punti percentuali, e purtroppo fa scadere ulteriormente il giudizio dei cittadini nei riguardi del sindacato.
Qual è la morale? La vicenda ci insegna che prima di scrivere bisogna ben pensare a tutte le conseguenze che quello scritto può determinare, conseguenze legate non solo alle dinamiche di chiuse stanze. Oggi gli spazi fisici limitati non esistono più. Ogni atto va a cadere in quella grande piazza planetaria cui tutti si affacciano. Quindi se si scrive una lettera ai propri superiori si deve essere consapevoli che quella lettera può diventare strumento di comunicazione per quegli stessi superiori. Ecco perché bisogna sapere bene come scrivere e cosa scrivere. E un sindacato all’altezza dei tempi non può mostrare di non saper comunicare. Altrimenti fa autogol.