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PAPA FRANCESCO: “TANTI NON VOGLIONO ASSUMERSI LA RESPONSABILITÀ DEL DESTINO DEI RIFUGIATI”

L’omelia per la domenica delle palme , in piazza San Pietro, di fronte alla solita folla di migliaia di fedeli accorsi per ascoltare le parole di papa Francesco, è indirizzata ai profughi.

«Oggi penso a tanti profughi, a tanti rifugiati. Tanti non vogliono assumersi la responsabilità del loro destino». Il riferimento è senz’altro agli innumerevoli corpi che continuano a naufragare, senza vita, sulle spiagge d’Europa, come quelli delle due bambine che proprio stamattina sono stati recuperati dalla guardia costiera greca, quando ormai non c’era più niente da fare. Non lontano da noi, al largo della Libia, proprio ieri si è consumata un’altra tragedia, con la morte di altri trenta migranti, il cui numero va ad accrescere quello già sterminato delle vittime precedenti, che ormai non si contano nemmeno più.

Ma il riferimento era anche a quest’Europa, che decide di chiudere le frontiere mentre la Grecia viene lasciata da sola a precipitare nel caos, e ai tanti politici nostrani e non, che ogni giorno il papa esorta ad assumere posizioni e toni più miti nei confronti dei profughi, mentre oggi ha paragonato la loro condizione a quella di Gesù Cristo nel suo calvario. Il paragone è occorso nel commento dei passaggi di Gesù tra sinedrio e Pilato e l’umiliazione estrema che Gesù subisce nella Passione.

«Egli viene a salvarci, siamo chiamati a scegliere la sua via: la via del servizio, del dono, della dimenticanza di sé. Possiamo incamminarci su questa via soffermandoci in questi giorni a guardare il Crocifisso, la cattedra di Dio, per imparare l’amore umile, che salva e dà la vita, per rinunciare all’egoismo, alla ricerca del potere e della fama. Con la sua umiliazione, Gesù ci invita a camminare sulla sua strada».

E come a Gesù «viene negata ogni giustizia e prova sulla sua pelle anche l’indifferenza perché nessuno vuole assumersi la responsabilità del suo destino», così accade, in questi giorni, in queste ore, per coloro che fuggono da un destino di fame, di guerra e di sofferenza per imbattersi in un altro destino che ignorano completamente, e di cui forse nessuno vuole farsi carico.

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