Riduzione del personale per un massimo di 2.990, il che vuol dire un’ondata di licenziamenti nelle sedi di Roma, Napoli e Palermo di AlmavivA Contact. È quel che si prospetta nella società del Gruppo AlmavivA, leader italiano nel settore dell’Information & Communication Technology. A Palermo, il sito maggiormente colpito, sono già in atto sit in e mobilitazioni. Abbiamo parlato con un addetto call center impiegato nell’azienda (di cui non citeremo il nome), per capire cosa sta succedendo in quello che si definisce il 6° Gruppo privato italiano per numero di occupati al mondo.
Ci può spiegare qual è, al momento, la situazione di AlmavivA così come la vede un dipendente dall’interno?
«Attualmente in Italia sono circa 8.000 i dipendenti di AlmavivA Contact S.p.a., che è praticamente una costola di AlmavivA Italia S.p.a., la quale è un’azienda ancora più grande che conta circa 50mila dipendenti in tutta Italia e nel mondo, con sedi anche all’estero. Già alcuni anni fa i vertici hanno denunciato questa storia degli esuberi, raccontando alle istituzioni, al mondo politico e a noi interni che con i costi del mercato stava diventando sempre più difficile sostenere tutti questi consulenti. Però bisogna anche ricordare che l’azienda ha sempre preso incentivi dallo Stato, sono state fatte assunzioni con la 407, a cui si aggiungono due anni di contratti di solidarietà, e a maggio scadono gli ultimi ammortizzatori sociali concessi dallo Stato. È anche vero che il ministero dello Sviluppo Economico si è pronunciato dicendosi disponibile a concedere ulteriori ammortizzatori sociali, ma la risposta della presidenza è stata negativa. L’altro ieri sono stati pertanto dichiarati 3.000 esuberi spalmati nelle tre sedi di Palermo (1670 persone, ndr), Roma (920 persone) e Napoli (400 persone), anche se Napoli non era mai stata menzionata negli accordi sindacali stipulati in precedenza dalle organizzazioni Cgil, Uil e Cisl. È stata poi menzionata dopo che è stato diffuso un comunicato interno aziendale in cui la marginalità, ossia il guadagno che AlmavivA ha prodotto su Napoli, risulta essere il più basso dell’intero gruppo settore Contact».
È vero che la società ha registrato perdite di un milione di euro al mese nelle tre sedi coinvolte dai tagli?
«Questo è quanto afferma la società, però io sono convinto che non c’è una perdita, perché la marginalità è bassa, ma quale imprenditore dichiara perdite di un milione di euro al mese per dodici mesi o ventiquattro mesi, per un totale di 24 milioni di euro, e tiene ancora dei siti aperti? Credo che avrebbe già chiuso da un bel pezzo. Un’altra cosa da aggiungere: essendo in solidarietà, nel sito di Napoli fino alla settimana scorsa abbiamo fatto straordinari, ed è una cosa incompatibile. Vengono dichiarati gli esuberi, si utilizzano gli ammortizzatori sociali e poi ci fanno fare gli straordinari? Ci sono controsensi che non vanno presi sottogamba».
Il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha annunciato la convocazione di un tavolo di riunione per il 18 aprile. Cosa ci si aspetta da quest’incontro?
«Sicuramente ci sarà una trattativa in cui Poletti metterà sul piatto gli ammortizzatori sociali, proporrà oppure ascolterà una richiesta di abbassare l’Irap, dal momento che la presidenza dice che è molto alto in Campania, e crediamo che questo si possa fare; ci si aspetta poi una trattativa per scongiurare questi licenziamenti anche perché siamo territori martorizzati. A Napoli 400 famiglie per la strada è un dramma, e nelle altre due città il problema non è meno grave».
Qual è la situazione a Napoli? Di cosa si occupano i dipendenti del sito napoletano di AlmavivA?
«Su Napoli abbiamo la commessa Vodafone che la fa da padrone: siamo 800 operatori di cui 700 staffati su Vodafone, un’ottantina del settore commerciale e circa 620 persone impegnate nell’assistenza tecnica ai clienti. C’è da aggiungere poi che a gennaio si tenne una plenaria in cui fu proprio il committente ad assicurarci che a Napoli non c’era alcun problema, ribadendo che non si poteva fare a meno di AlmavivA come partnership, insomma si era scongiurato questo fenomeno».
Nel capoluogo siciliano sono in atto movimenti di protesta. Cosa succederà a Napoli nelle prossime ore?
«A Palermo hanno già bloccato delle strade, stanno scioperando così come sono in atto degli scioperi anche a Roma, le istituzioni e il sindaco si sono mobilitati, mentre noi a Napoli oggi alle 17.30 abbiamo un incontro con De Magistris che si è detto comunque disponibile ad aiutarci, ma politicamente non si sa come possano venirci incontro. Le organizzazioni sindacali di categoria stanno lavorando al problema, noi lavoratori siamo disponibili ad andare avanti con manifestazioni».