La via Crucis di oggi nel carcere di Poggioreale ha avuto momenti intensi di partecipazione e di emozione. Alla presenza dei cappellani, di don Tonino Palmese, vicario della carità della diocesi di Napoli, del direttore del carcere Antonio Fullone e di un nutrito gruppo di detenuti, si sono aggiunti alcuni familiari delle vittime innocenti della criminalità. Presente anche Gennaro Migliore, sottosegretario alla giustizia.
Il cammino della croce ha visto protagonisti i detenuti, nelle preghiere e nei commenti. Si sono alternati i vari padiglioni: Roma, Firenze, San Paolo, Italia, Salerno, Venezia, Livorno, Milano, Napoli. La meditazione sulla Passione di Cristo ha portato al loro cuore la forza e il coraggio per superare le prove della vita, pensare agli errori commessi, chiedere perdono per il male commesso.
Ad ogni stazione sono state ricordate alcune vittime innocenti della malavita organizzata: Palma Scamardella, Stefano Ciaramella, Dario Scherillo, Emiliana Femiano, Pasquale Romano, Paolino Avella, Marcello Torre, Daniele Del Core, Silvia Ruotolo, Alberto Vallefuoco, Antonio Di Bona, Gaetano Montanino, Fabio De’ Pandi, Giuseppe Piccolo e le vittime della strage del rapido 904.
I detenuti, reclusi, ma non esclusi, nemmeno dalla misericordia di Dio, alla fine della liturgia hanno scambiato un segno di pace con i familiari delle vittime innocenti. Le lacrime degli uni e degli altri sono identiche. Vittime e carnefici sono uniti nel supplizio della Croce.
Prima della benedizione, don Tonino Palmese ha unito Vangelo e Costituzione nel dire che le parole “nient’altro….per indicare la nullità delle persone,sono da sostituire con le parole Tutt’altro,per indicare diritti e doveri di tutti, dignità che non può essere negata, potendzialità della persona.” Ha infine detto con gioia e speranza che il Cristo sulla croce indica che ce la possiamo fare! Ha preso poi la parola anche Gennaro Migliore, il quale si è dichiarato felice per aver avuto la possibilità di essere presente alla Via Crucis, ed ha sottolineato l’importanza della presenza dei familiari delle vittime innocenti della criminalità organizzata.
“A volte capita di sentirsi delusi, sfiduciati, abbandonati da tutti: ma Dio non si dimentica dei suoi figli, non li abbandona mai”, come sono vere queste parole di Papa Francesco.