“Con la nostra visita ispettiva a difesa di Punta Campanella abbiamo bloccato la cementificazione di una pavimentazione di epoca romana in un sito costiero sotto protezione e non abbasseremo la guardia di fronte ad un governo disinteressato rispetto alla protezione dei nostri beni ambientali e culturali. Certo, le ispezioni della Soprintendenza dovrebbero essere periodiche e non su chiamata per evitare di limitarsi ad approvare progetti che sono perfetti solo sulla carta. Oggi il MIBACT afferma che i lavori di restauro, abbattimento delle barriere architettoniche e ampliamento della sede stradale che stanno interessando l’area di Punta Campanella sono a norma e che non hanno comportato la realizzazione di murature in cemento armato. Il ministero è del tutto avventato a prendere una simile posizione mentre c’è un’indagine in corso della magistratura e delle forze dell’ordine”.
Lo afferma il deputato del Movimento Cinque Stelle Luigi Gallo, commentando la risposta ricevuta dl MIBACT ad un’interrogazione con cui si chiedeva al ministro Franceschini di intervenire per impedire la compromissione dell’area protetta di Punta Campanella.
Claudio D’Esposito, presidente WWF Terre del Tirreno, si è detto “esterrefatto ed amareggiato per la risposta fornita dal ministero. Sono stati rappresentanti fatti non corrispondenti alla realtà e ciò è documentato dai numerosi rilievi fotografici e dalle prove fornite dalla nostra associazione agli inquirenti. Restiamo a disposizione del Ministero per fornire la documentazione che dimostra quanto da noi denunciato. Siamo del parere che su via Campanella si è di fatto consentito, e si consente tuttora, di portare alle estreme conseguenze un intervento edilizio irrispettoso dei molteplici vincoli, regionali, nazionali ed europei, posti a tutela di un luogo unico quale il promontorio di Punta Campanella. I fatti dimostrano che si è stravolto il paesaggio mettendo in pericolo la flora e la fauna del sito ed anche l’incolumità stessa delle persone. Con fondi comunitari si finanzia un’opera pensata per far transitare i disabili su di un tracciato pedonale ma in un’area classificata dall’Autorità di Bacino ad alto rischio di frana. Non ci resta che attendere fiduciosi le conclusioni delle indagini della Magistratura”.