Giovedì scorso una retata della polizia si è conclusa con l’arresto di almeno 10 tunisini, tra cui anche due donne, con l’accusa di reato di omosessualità. E tra gli arrestati ci sono sicuramente anche tre dei sei ragazzi di Qayrawan recentemente condannati per “sodomia” (a 3 anni di carcere in primo grado, a un mese in appello).
La possibilità che i giovani finiscano nel carcere di Mornaguia, tra i più famigerati di tutta la Tunisia, mette a grave rischio anche la loro incolumità fisica.
Non è concepibile che un Paese che ha fatto una rivoluzione per liberarsi da una dittatura, perseguiti qualcuno non per quello che fa ma per quello che è: arrestare un gay, condannarlo perché è gay, liberarlo e poi arrestarlo di nuovo perché continua a essere gay è più che paradossale.
Come cittadine e cittadini che hanno a cuore i diritti e la libertà di ogni essere umano non possiamo accettarlo né temporeggiare: vogliamo che si arrivi a una soluzione nel più breve tempo possibile.
Mi sembra giusto sentirci responsabili non solo per senso di solidarietà ma anche per amore del prossimo e ma per una visione lungimirante di un mondo più sicuro e affidabile.
Questo è il testo della petizione che il team di OmofobiaStop si sta impegnando per diffondere affinché si possa mettere la parla fine a questo scempio. Se volete firmare e condividerla, qui di seguito trovate il link per farlo:
https://www.change.org/p/governo-tunisino-omofobiastop-lancia-l-appello-basta-arresti-e-maltrattamenti-ai-gay-tunisini