Dall’inizio dell’anno ad oggi, sono almeno 82 le persone condannate alla pena capitale per decapitazione in Arabia Saudita. Secondo l’ong inglese Reprieve, entro la fine del 2016 si arriverà al doppio delle esecuzioni rispetto all’anno scorso.
Nel 2014 sono stati 88 i detenuti giustiziati, nel 2015 il numero è salito a 158, e nel 2016 potrebbe arrivare a oltre 300. Cifre impressionanti, se consideriamo che la pena di morte in Arabia Saudita viene inflitta anche per reati che altrove reati non lo sono affatto, come l’adulterio, l’omosessualità, l’apostasia per chi rinnega la fede musulmana, nonché coloro che manifestano contro il regime.
Recentemente ha suscitato reazioni internazionali l’esecuzione dell’imam Nimr Baqr al-Nimr, giustiziato il 2 gennaio di quest’anno, dopo essere stato arrestato per aver criticato le autorità saudite e aver protestato per i diritti degli sciiti. La sentenza fu emanata nell’ottobre del 2014, con l’accusa di “aver disobbedito al governo e di aver impugnato le armi contro le forze dell’ordine”.
Suscita perplessità il fatto che i paesi dell’Europa occidentale non abbiano espresso il loro disappunto forte e chiaro, nell’intento di mantenere solidi rapporti diplomatici con l’Arabia Saudita pur prendendo le distanze da quelle orribili esecuzioni. Il motivo? L’Arabia Saudita potrebbe rivelarsi un valido alleato nella lotta all’espansione del sedicente Stato Islamico, e oggi come oggi il blocco occidentale non può rinunciare a nessun aiuto.
Quello che però sembra non aver sfiorato la mente di nessuno è una domanda ben precisa: siamo proprio sicuri che l’Arabia Saudita, un paese dove appena nel 1992 un giovane di soli 22 anni fu giustiziato per aver rinnegato la religione musulmana, ci aiuterà davvero a fermare l’ISIS?
Siamo proprio sicuri che la civilissima Arabia Saudita sia l’alleato che vorremmo al nostro fianco? Perché, del resto, a differenza dell’ISIS che viene ad attaccarci a casa nostra, i sauditi non ci hanno fatto niente. Però sempre di dittatura stiamo parlando, e sempre con un regime spietato abbiamo a che fare. Insomma, la certezza che saranno dalla nostra parte, e non da quella dei fanatici islamici chi ce la dà? Nessuno. Ad oggi non possiamo sapere se possiamo fare a meno della collaborazione dell’Arabia Saudita oppure no. Sappiamo però che è anche nostra responsabilità far sentire la nostra voce contro questi orrendi omicidi di massa.