La Camera con la sesta e definitiva lettura della riforma costituzionale ha cancellato il bicameralismo perfetto,ha abolito il Senato, le Province,ha messo in campo un nuovo federalismo.Solo la Camera voterà la fiducia.Adesso il referendum confermativo,che è caratterizzato dall’assenza di quorum.” Ora l’Italia è il Paese più solido d’Europa.Si è dimostrato che la democrazia vince e trionfa.Meno politici meno soldi alle Regioni,più chiarezza nel rapporto tra Sato centrale e territori”,così il premier Matteo Renzi.Ed ora per il laeder del PD conta solo il referendum:”basta vincere mi gioco tutto,non importa con quanto.Sbaglia chi scappa”.Per Renzi è importante portare a casa il risultato.Altrimenti si dimetterà. Il suo discorso alla Camera lo dedica a respingere puntigliosamente le obiezioni delle opposizioni.Con una sfida aperta a chi gli contesta aspramente di avere “personalizzato” il referendum confermativo. E nella sua arringa cita La Pira,Terracini,Dossetti,Giorgio Napolitano. Ha elogiato il Parlamento che ha dato “una prova di dignità riformando se stesso”. A Forza Italia il premier ha contestato di aver abbandonato il percorso riformista solo perchè non ha “gradito l’elezione al Quirinale di quel galantuono di Mattarella.” E’ apparso sereno e serafico in molti punti,per sua stessa ammissione “è stato un Renzi che non ha fatto Renzi.”
Il Rerefendum è il vero test politico del suo governo,farà convocare una nuova direzione nazionale del partito proprio su questo argomento,ma non prepara sanzioni per coloro che dentro il PD non voteranno SI. Come dire se la sinistra vuol rompere,se ne assuma tutta la responsabilità. E si vedrà con chi sta la gente. Una tentazione renziana? Giorgio Napolitano a guidare i comitati del SI,così come fece il suo predecessore Oscar Luigi Scalfaro nel 2006,in quel caso conducendo alla vittoria i comitati per il NO contro la riforma istituzionale di Silvio Berlusconi.
Un collaboratore di Renzi dopo il voto finale si lascia scappare:” Certo se Brunetta è così contrario,vuol dire che questa riforma,forse,è perfetta.”
Sicuramente l’ideologismo teorico non serve a niente e nemmeno i modelli importati dall’estero. Le rivoluzioni del diritto,il cambio di alcuni punti della Costituzione per funzionare devono aderire alle possibilità e alle tradizioni storiche locali,devono “sentire le emozioni” delle persone.
Niente poi può impedire un cambiamento della legge elettorale per la quale,purtroppo,non ci vuole nessuna riforma costituzionale.