Ieri, 18 aprile 2016, è stato l’anniversario di un giorno fatidico. Esso segnò un vero spartiacque nella storia italiana. Fu una lotta dura e senza esclusione di colpi. Mai la Chiesa cattolica era intervenuta con tanta decisione nella politica italiana. I Comitati Civici di Gedda, gli scout con i baschi verdi, Padre Lombardi “Microfono di Dio” e sopratutto le Madonne pellegrine e piangenti.
Piansero in tutta Italia. Perfino la Madonna di Pompei, mai uscita dal santuario, fu portata in giro per condizionare il voto.
Senza contare il massiccio e aperto intervento degli Stati Uniti e della loro ambasciata. Noi ci impegnammo fino allo spasimo, ma è certo che contro la Chiesa e zio Sam era difficile vincere. Ovviamente anche noi facemmo qualche errore di estremismo e sopratutto l’errore di considerarci già vincitori, forti come eravamo di una grande consenso popolare.
Ma la Chiesa commise la colpa gravissima di offendere il sentimento religioso degli italiani, usandolo per difendere una posizione politica di destra. I comunisti italiani eran , nella quasi totalità, uguali a tutti gli italiani. Cattolici e rispettosi dei riti. Tutti, salvo minuscole minoranze, erano sposati in Chiesa, avevano battezzato i loro figli ed avevano fatto fare ai bambini la prima comunione.
L’Italia era ancora un paese agricolo e l’influenza della Chiesa nelle campagne era grandissima. La Brianza, il Veneto, tutto il Meridione furono decisivi.
Ripeto, introdurre fra gli iatliani un elementio divisivo, fu colpa grave della gerarchia cattolica. Il Fronte vinse nelle grandi città e perse in tutto il resto del paese. Ci volle una grande fermezza nel sostenere la sconfitta e soprattutto la resa degli entusiasti che furono i primi ad abbandonare il campo. A Napoli, il centro diede la vittoria alla DC e le periferie operaie la vittoria al Fronte.
In quell’occasione però De Gasperi, diede la prova di essere un politico vero opponendosi alle frange estremiste che volevano il PCI fuori legge e associando al Governo, nonostante non ne avesse bisogno perché in parlamento aveva la maggioranza assoluta, i piccoli partiti laici. Lo scontro rimase duro nella società e nelle grandi fabbriche ed i nostri dirigenti furono decisamente discriminati.
La Fiat creò un reparto ” confino ” in cui furono riuniti tutti i rappresentanti della sinistra.
Essi vennero scelti anche sulla base di dossier forniti dai Carabinieri come rivelò un processo che si tenne a Napoli per “Legittima suspicione”.
L’ambiente era così cupo, che sfociò a luglio nell’attentato a Togliatti ed in una dura repressione di tutte le lotte sindacali. Lo sciopero per l’attentato che, nonostante la vulgata, fu spontaneo ( sono diretto testimone) e che la CGIL coprì, successivamente fornì ai cattolici la scusa per la scissione e la fondazione della CISL ( la UIL nacque qualche anno dopo per diretta influenza di AFL – CIO la centrale sindacale americana che in quel caso funzionò da braccio operativo del suo governo)
L’atmosfera era pesante, ma noi tenemmo aperto il rapporto con i cittadini e ciò ci permise, nel 1953, di sconfiggere la “legge truffa” ( che paragonata alla legge attuale era un capolavoro di democrazia perché attribuiva un premio di maggioranza a chi superava il 50%).
La mia reazione personale fu ( avevo 17 anni perdonatemi) una parodia dell’Inno dei Lavoratori che su quella musica cantava:
“Su zì preveti e beghine
bacherozzi e bacchettoni
abbiam vinto le elezioni,
or possiamo dominar!
Ma ci sono i rossi figli
del demonio Satanasso
che a De Gasperi ogni passo
gli sapranno contrastar.
Con i ceri e l’acquasanta
con l’incenso e procession
Sù pretaglia tutta quanta
Noi vogliam l’inquisizion!”
Lo so, il tono è fuori squadra ma l’intervento del clero, a tutti i livelli, fu pesantissimo.
Pensate che la mia nonna paterna, che mi voleva molto bene, mi accolse a casa sua con aria di solenne rimprovero:”E bravo Ernestino! Che volete fare voi comunisti. Far bere i cavalli nelle acquasantiere!?”.
“Nonna -le dissi- a parte che cavalli non ce ne sono, sappiate che il cavallo è un animale pulito. L’acqua dove ci hanno messo le mani le persone, non la berrà mai! “.
Nonna si riferiva ad un becero manifesto in cui un truce cosacco a cavallo con tanto di falce e martellol, entrava in una chiesa per far bere al suo cavallo l’acquasanta.
Vedete, mia nonna era una semplice donna del popolo dell’800, facilmente influenzabile e non potevo dirle niente, ma il prete di San Domenico Soriano (la chiesa in cui andava a messa), l’avrei volentieri preso a pedate per la sua disonestà intellettuale. Mentire sapendo di mentire, per influenzare persone semplici senza strumenti di giudizio, è criminale.
Io la pensavo e tuttora la penso così! Non so voi…