Nella giornata di ieri, si è tenuto lo sciopero nazionale da parte della FIOM, FIM e UILM.
Quattro ore di sciopero per la lotta per il rinnovo del contratto collettivo nazionale, in discussione con Federmeccanica.
I motivi per essere preoccupati, a ben leggere la piattaforma proposta dalla Federmeccanica (l’associazione datoriale di categoria), a giudizio dei lavoratori, sono molteplici: dal sostanziale annullamento per il futuro di aumenti salariali, all’abolizione degli scatti di anzianità, dalla sostanziale richiesta di rinuncia alla possibilità di scioperare o protestare contro accordi firmati (o in fase di trattativa), all’utilizzo dello straordinario come banca ore, passando per la proposta di una flessibilità spinta su orari e turni di lavoro.
In parte, queste richieste sono già state accettate da molti dei sindacati che siedono ai tavoli di trattativa, destando non pochi timori nei lavoratori metalmeccanici.
Al fronte del rinnovo contrattuale, si aggiunge per molti quello della tutela dei posti di lavoro e della difesa delle condizioni di lavoro.
Così, ad esempio, negli stabilimenti Finmeccanica di Foggia e Nola, la giornata di sciopero si è allungata e le ore in cui gli operai hanno incrociato le braccia, sono state otto.
A Napoli, dopo i picchetti notturni e mattutini, gli operai Finmeccanica, provenienti soprattutto dall’Alenia e dalla Selex, sono scesi in corteo, partendo dalla sede della Confindustria, in piazza dei Martiri, per poi dirigersi per le vie della città, fino ad arrivare a Palazzo Santa Lucia, sede della giunta regionale della Campania.
In piazza, tra i lavoratori, sentimenti di preoccupazione, misti a rabbia per il futuro più che incerto delle produzioni aeronautiche nelle regioni del Sud Italia, già martoriate da politiche di chiusura di stabilimenti, che ha mietuto diverse vittime negli ultimi anni, a partire dalla fabbrica di Casoria per passare alla dismissione di quella di Capodichino, entrambe di proprietà dell’Alenia Aermacchi.
Per non parlare della situazione degli operai della DEMA, sui quali fino a poche settimane fa incombeva la scure di centinaia di licenziamenti, tra il sito di Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, e quello di Brindisi.
Gli operai, chiedono risposte e chiarezza da parte dell’azienda.
La giornata di ieri, ha sicuramente costituito un passaggio importante nell’evolversi delle trattative.
La speranza di tutti, è che si possa aprire una fase nuova di discussione, affinchè si possa tastare con mano, i miglioramenti della situazione lavorativa di migliaia di dipendenti.