Cultura

“LIBERO”, I GIORNALISTI IN SOLIDARIETÀ CHIEDONO RISPOSTE ALL’AZIENDA SUL FUTURO

L’assemblea dei giornalisti di “Libero” esprime amarezza e forte preoccupazione per le mosse dell’azienda che, dopo aver chiesto l’ennesimo sacrificio alla redazione, ha deciso di investire i risparmi ottenuti per avvalersi di una nuova risorsa. «Nulla da dire sul valore di Vittorio Feltri, ma perché non è stato detto nulla durante la trattativa per la solidarietà?», chiedono Cdr e assemblea.

L’assemblea dei giornalisti di “Libero” esprime amarezza e forte preoccupazione per le mosse dell’azienda che, dopo aver chiesto l’ennesimo sacrificio alla redazione, ha deciso di investire, in tutto o in parte, i risparmi ottenuti per avvalersi di una nuova risorsa.
«Dal 2012 – scrivono i giornalisti che a metà aprile sono entrati nel quinto anno di contratto di solidarietà – l’azienda ripete al comitato di redazione lo stesso discorso sulla necessità di ripianare le perdite di bilancio riducendo il costo del lavoro: i ricavi da copie e raccolta pubblicitaria continuano a calare e quindi bisogna tagliare gli stipendi dei giornalisti che sono stati “invitati” anche a smaltire celermente le ferie per non appesantire i conti. Dopo aver discusso e trattato, anche al tavolo sindacale nazionale, la redazione ha sempre mostrato grande senso di responsabilità accogliendo buona parte delle richieste. Soprattutto l’ultima vertenza, poi, è stata molto dura e serrata. La normativa che regola la solidarietà è cambiata e nonostante la percentuale applicata ai giornalisti di “Libero” si sia ridotta, il taglio alle loro buste paga è aumentato. Proprio per questo ora la redazione si sente presa in giro».
Da inizio maggio, due settimane dopo la partenza della nuova solidarietà, “Libero” si avvale, inoltre, di una nuova prestigiosa firma. «Nulla da dire – precisa la nota dell’assemblea dei redattori – sul valore di Vittorio Feltri che ha fondato questo giornale, ma Cdr e assemblea restano basiti su modalità e costi dell’operazione. Perché non è stato detto nulla durante la trattativa per la solidarietà? Perché non si riesce a sapere quale parte del taglio agli stipendi dei giornalisti è servita per finanziarla? Tutto ciò vuol dire che i conti vanno meglio e quindi si può anche rinunciare agli ammortizzatori sociali?»
Tutti quesiti ai quali Cdr e assemblea di redazione chiedono di avere risposte dall’azienda.

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