La solidarietà quotidiana, scelta che risale all’inizio della Comunità, nel febbraio 1968, da Roma si è allargata al mondo intero aumentando il numero dei poveri, amici di Sant’Egidio. Nell’ultimo anno, con l’aggravarsi dei conflitti e la fuga di migliaia di persone dai loro Paesi verso l’Europa è cresciuto l’impegno per l’accoglienza e l’integrazione dei migranti. Con l’introduzione dei Corridoi Umanitari sono stati accolti già oltre 200 profughi, e altri mille, attualmente nei campi del Libano, del Marocco e dell’Etiopia, raggiungeranno nei prossimi mesi l’Italia in piena sicurezza, senza affrontare i “viaggi della morte” nel Mediterraneo. Per ora questo sistema funziona solo per l’Italia ed è interamente a spese delle organizzazioni che l’hanno promosso, ma siamo convinti che può essere un modello anche per altri Stati europei perché mette insieme la necessità di salvare vite umane e la sicurezza.
Un’amicizia con i poveri e con un mondo marginale che dal 1973 viene vissuta anche nella città di Napoli. Erano gli anni del colera, un fatto gravissimo che era impensabile in una città occidentale. Un piccolo gruppo della Comunità di Roma si trasferì a Napoli e così cominciò la storia di Sant’Egidio nella città. Da allora la Comunità di Sant’Egidio è stata accanto a bambini, anziani, disabili, migranti, rom, senza fissa dimora, carcerati. Una larga famiglia che ha accolto quanti nella nostra città vivono una stagione difficile della vita.
Il prossimo 12 di maggio, a Napoli, in occasione del quarantottesimo anniversario della Comunità di Sant’Egidio, verrà celebrata una messa presieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe.