Venerdì alla Fondazione Sudd ( con Antonio Bassolino, il grande musicologo Paolo Isotta e la parlamentare della commissione antimafia Luisa Bossa), presentiamo il libro, che ho scritto a caldo in pochi giorni, in cui provo a raccontare l’intensita’ e la passione politica che si e’ respirata durante le primarie intorno alla candidatura di Antonio Bassolino.
L’esito di quella battaglia, pur se importante, anche per motivi noti che qui non riprendo, non e’ stato alla fine quello sperato. Ma quella straordinaria esperienza ho pensato non andasse dispersa.
Antichi militanti di quartieri difficili e strati di borghesia colta, operai e professori. Un impegno perfino commovente di una parte della citta’, forse al momento sconfitta, ma che non ci sta, qui come nel quadro piu’ generale, a ridurre tutto a una contesa tra conservatorismo e ribellismo. Bassolino, con la sua forza politica e morale e’ stato in grado in quei giorni di rappresentare questa ambizione, e lo ha fatto girando, parlando, ascoltando.
Ha provato a ritessere una trama di legami vivi in un tessuto sociale lacerato. Ha messo in campo proposte e idee, ha offerto un volto e una rappresentanza a quella parte di Napoli che pensa ancora, pur consapevole delle difficolta, e anzi proprio per questo, sia necessario avere sguardo lungo senza abbandonarsi a localismi semplicisti, inefficaci in una citta’ tanto importante.
Il libro prova a fotografare questa esperienza tentando di collocarla nel quadro della storia della citta( la scelta dell’industria, la fine di quel ciclo, il peso della camorra, il primo Bassolino, fino a Luigi de Magistris) e della crisi della politica nel nostro Paese e nello spazio europeo.