Ha vinto la Juventus, e nessuno, probabilmente, avrebbe scommesso sull’ esito opposto. Vince la squadra più forte del campionato italiano, ma anche la più fortunata.
Dopo, infatti, il passaggio del turno ai rigori contro l’Inter, dopo aver visto le streghe a San Siro, Dybala e compagni soffrono anche contro l’altra squadra milanese, uscendo, però, ancora una volta vincitori dal confronto.
I bianconeri mettono, dunque, in bacheca il trofeo nazionale numero undici della propria storia e, soprattutto, aggiungono la ciliegina sulla torta ad una stagione già ricca di soddisfazioni.
Al fischio d’inizio, sono i ragazzi di Allegri a presentarsi alla sfida con il favore del pronostico. In casa Milan, invece, la finale di Coppa Italia è l’ultima occasione per dare un senso ad un’annata, altrimenti, da dimenticare.
Sono i rossoneri, tuttavia, a tenere il pallino del gioco durante le prime fasi della gara, portando il primo pericolo alla porta avversaria al 14esimo minuto. Il primo tempo vede i diavoli milanesi padroni del campo, con una Juve stranamente messa alle corde.
Altra nota lieta, oltre le tante azioni di gioco proposte, è l’impiego di tanti giovani di buone prospettive che la compagine meneghina propone in ogni reparto. Eccetto gli ormai “veterani” Poli e De Sciglio, infatti, il Milan del futuro si consola con la scoperta dei talenti Calabria e, soprattutto, il portiere Donnarumma.
Il giovane 17enne, da tutti indicato come il successore di Buffon, è però una grande intuizione dell’ex mister Sinisa Mihajlovic, messo alla porta da Berlusconi già qualche mese fa, forse, vista anche la delusione di questa finale, frettolosamente.
La Juventus, dal suo canto, appare involuta rispetto a quella schiacciasassi che ha risucchiato punti al Napoli record di Higuain. Tanti i passaggi sbagliati, poche e quasi casuali le conclusioni verso la porta, la grinta e la fame mancano del tutto. Forse, come Allegri aveva denunciato nei giorni precedenti, l’aver vinto lo scudetto con un paio di settimane d’anticipo su questo appuntamento, ha fatto arrivare la squadra scarica emotivamente e senza la giusta attenzione.
Il Milan, di ritorno in finale dopo 13 anni, ha saputo approfittarne e a fare bella figura in una partita soporifera, da nessuno spunto emozionale, tanto che Kucka e Honda che inneggiano al tifo della curva, più che aizzare i propri tifosi, sembra provino a svegliarli.
Bisogna attendere il minuto 110 per l’unico e decisivo goal del partente Morata che confeziona così, probabilmente, il più bel regalo d’addio a quelli che sembrano destinati a diventare i suoi ex compagni.
Grande festa in casa bianconera ma non solo. Con la sconfitta del Milan, infatti, è il Sassuolo di Di Francesco a staccare il biglietto per i preliminari di Europa League, a dirla tutta, più che meritatamente.
I neroverdi, infatti, hanno ben impressionato nel corso dell’intera stagione della Serie A, esprimendo un calcio moderno, veloce e divertente, come poche altre compagni nazionali. Un’eventuale vittoria dei ragazzi di Brocchi avrebbe chiuso le porte ad un gruppo di giovani che l’anno prossimo avrà la possibilità di confrontarsi con i grandi d’Europa.
Il calcio giocato va ora in pensione, la palla passa agli agenti di mercato, ai dirigenti e ai procuratori. I tifosi sognano, le spiagge si affollano con le chiacchiere che ci accompagneranno fino a settembre.
Da Milano, passando per Roma, fino a Napoli, l’imperativo è uno soltanto: rinforzarsi e provare a strappare alla Juventus quello scettro che detiene da oramai troppi anni.
Chi riuscirà in quella che sembra una titanica impresa? Agli Europei di Francia, e alla Copa America il duro compito di non farci sentir la mancanza del pallone alla domenica.