Il voto in Austria è la prova tangibile del pericolo che sta correndo l’Europa. Non si può parlare più oramai di campanelli d’allarme: lo slittamento a destra del vecchio continente è ormai sotto gli occhi tutto.
La crisi migratoria ha acuito il malessere negli strati medi della popolazione europea, la minaccia terroristica e la duratura crisi economica hanno fatto il resto.
In Austria ha vinto Alexander Van der Bellen, candidato indipendente ex capo dei Verdi, ma con poco più di 30.000 preferenze sul candidato ultranazionalista Norbert Hofer. Un niente.
L’Austria era una prova importante per l’Europa. Il piccolo Paese nelle Alpi è al centro della rotta migratoria, che proveniente dai Balcani arriva nel Nord del continente. Si discuteva ormai da mesi dell’innalzamento del famoso ‘’muro’’ all’altezza del Brennero e della chiusura delle frontiere.
Quale messaggio ci arriva da queste elezioni?
L’Europa deve cambiare rotta; affrontare la crisi migratoria con un piano di accoglienza e sussistenza ai migranti e ai Paesi ospitanti.
In secondo luogo, cosi come avvenne già in Francia per fermare Le Pen, ci anticipano quale sarà la strategia prettamente politica per arginare il pericolo ‘’nero’’: unire gli sforzi, mettere da parte le divisioni e votare uniti. L’unità di tutte le forze democratiche per evitare la vittoria delle forze nazionaliste sarà il leitmotiv delle elezioni future in Europa.
In gioco c’è la stessa concezione d’Europa. Le idee di libertà, di coesione e di partecipazione verrebbero messe a dura prova.
Reagire, con politiche intelligenti, prima che scenda il buio sull’Europa.
Di nuovo.