Per l’agenzia dei rifugiati dell’Onu, l’Unhcr, sono cira 700 le vittime e centinai i dispersi a causa dei naufragi nel Canale di Sicilia degli ultimi giorni. Una cifra mostruosa, a cui si è arrivati dalle testimonianze dei sopravvissuti arrivati a Pozzallo (Ragusa) dalla nave Argo 29 che li ha soccorsi.
Intanto in questi ultimi giorni oltre 13mila disperati sono stati tratti in salvo, 65 sono le vittime accertate tra cui anche 3 neonati e centinaia i dispersi, uomini, donne e bambini finiti inesorabilmente in fondo al Mediterraneo.
Raccapriccianti le testimonianze, confermate dai medici, durante il tragitto gli aguzzini compiono i crimini più orrendi, come lo stupro di una minorenne o maltrattamenti nei confronti dei bambini.
Intanto è arrivata nel porto di Reggio Calabria la nave militare «Vega» con a bordo altri 629 migranti e 45 corpi recuperati in mare dopo l’ennesimo naufragio avvenuto al largo della Libia.
Tra le 45 salme giunte al porto di Reggio Calabria c’è anche quella di un neonato di 8 mesi: lo afferma l’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, i cui volontari erano presenti all’arrivo della nave. «La cosa più impressionante è il container frigorifero di 17 metri che è stato predisposto al porto per ospitare le salme allo sbarco.
Servono urgenti misure di sussistenza per i profughi, con l’aiuto di tutti i Paesi Europei, come ha dichiarato il Presidente Mattarella: ‘‘Pensare che la soluzione sia deviare i flussi verso altri Paesi e non nell’affrontare le sfide con lucidità appare singolarmente ingenuo – ha detto il presidente della Repubblica, parlando a Sarajevo al meeting dei leader balcanici. – Quello dell’immigrazione, è un fenomeno epocale e destinato a durare nel tempoatteggiamenti solitari e di chiusura sono effimeri e inefficaci. Occorrono al contrario politiche unitarie e coerenti, azioni coordinate a livello planetario nel campo della solidarietà e dell’accoglienza”. Secondo il Presidente della Repubblica: ”servono politiche credibili in tema di attivazione di canali legali di migrazioni e rimpatri e uno sforzo di miglioramento delle condizioni di vita nei paesi da cui i flussi hanno origine”.