Economia e Welfare

L’ANALISI DEL VOTO: L’OPINIONE DEL DOTTOR MARIO AURILIA

Si stanno per concludere gli spogli di queste elezioni comunali del 2016. Una tornata importante perchè ha portato alle urne circa tredici milioni di cittadini, ma, soprattutto, perché erano coinvolte le principali città italiane Milano, Torino, Bologna, Roma e Napoli. Sono le città più popolose d’Italia e anche i capoluoghi delle regioni più importanti. Inoltre, i sindaci di queste città hanno assunto, in seguito alla riforma, la carica di sindaco metropolitano che sovraintende al territorio delle ex provincie.

Quindi un voto altamente strategico dal punto di vista amministrativo. Dal punto di vista politico è, invece, una sorta di termometro sullo stato di salute dei partiti.

La diagnosi che posso fare in questo momento è che innanzitutto sono andati a votare poco più del 60% degli aventi diritto. Certo, avere una percentuale del 100% dei votanti è impossibile, ma il segnale che emerge è che rispetto a cinque anni fa, quando per la stessa tipologia di tornata elettorale votarono il 67% degli aventi diritto, il partito che è cresciuto più di tutti è quello dell’astensionismo.

Al di là delle proteste e dei voti arrabbiati che sono stati la base del Movimento 5 stelle, i partiti non sono riusciti a far smuovere gli italiani. Il perché lo si vede anche dai candidati che sono stati scelti per competere. In alcuni casi è sembrato che addirittura alcuni competitor si siano immolati per spirito di appartenenza partitica, piuttosto che per una reale possibilità di vittoria finale. Un esempio è Napoli, dove Renzi ha sponsorizzato Valeria Valente, la quale non è andata nemmeno al ballottaggio, non riuscendo a compattare il centro sinistra ed è sprofondata ad appena il 21%.

A Torino, il sindaco uscente, Fassino, è tallonato dal ‘’pentastellato’’ Appendino. A Roma, addirittura, il pd Giachetti deve inseguire la grillina Raggi. Solo Milano ripropone il vecchio schema centrosinistra contro centrodestra.

Sicuramente il quadro delle comunali non può essere ridotto solo alle grandi città, in tanti altri comuni il Pd e il centrodestra riescono ad ottenere buoni risultati. Ma le grandi città rappresentano un dato politico allarmante, che conferma il trend di antipolitica che gravita nel nostro Paese. Non tanto per l’avanzata dei grillini, ma per l’astensione di tanti cittadini, che hanno preferito non recarsi alle urne. Infatti, chi non condivide le proteste accese del Movimento 5 stelle, sa bene che per cambiare e migliorare l’Italia non ci vuole un miracolo o una rivoluzione, ma tanta buona volontà di essere seri ed affrontare realmente i problemi.

Purtroppo, oggi più che proposte, assistiamo alla conquista del potere per il potere. Il referendum costituzionale di ottobre rappresenterà un analoga occasione di sfoggiare il meglio dello scontro politico improduttivo, piuttosto che proporre una via d’uscita dalla crisi sociale e politica deli ultimi vent’anni. Un giorno chi saprà indicare la luce sarà il vero vincitore politico.

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