A partire da lunedì 6 giugno e per l”intera settimana i giudici di pace di tutta Italia sono in sciopero per protestare contro la riforma della magistratura onoraria voluta dal Ministro Orlando. “Una riforma incostituzionale”, si legge in una nota diramata dall”Unione Nazionale Giudici di Pace e dall”Associazione Nazionale Giudici di Pace, “che viola tutte le direttive comunitarie sul lavoro, non riconoscendo ai giudici di pace le tutele della maternità e della salute, il diritto alla pensione, il diritto alle ferie e ad una retribuzione decorosa, la continuità del servizio sino all”età pensionabile”.”Già in sede di emanazione del primo decreto legislativo”, continua la nota, “il Ministro Orlando, eccedendo dalla delega ricevuta dal Parlamento e in violazione del decreto legge 83/2015, ha disposto il prepensionamento di circa 200 giudici di pace senza nessun preavviso”.
“E” offensivo della dignità di uomini e donne che hanno prestato servizio per la Giustizia da 20 anni ed oltre”, dichiara il Segretario dell”Unione Rossi, “essere mandati a casa tramite comunicazioni ricevute dai Presidenti di Tribunale mentre stavano tenendo udienza. Parlare, poi, di prepensionamento rispetto a magistrati che per 20 anni non si sono visti riconoscere alcuna tutela previdenziale e non hanno maturato il diritto alla pensione è incommentabile: funzionari dello Stato messi alla porta da un giorno all”altro senza neppure dar loro la possibilità di organizzarsi un futuro”. “abbiamo incaricato i nostri legali”, aggiunge Rossi, “di denunciare il Ministro Orlando per omesso versamento dei contributi previdenziali dovuti ai giudici di pace, in contrasto con la vincolante sentenza della Corte di Giustizia Europea del 1° marzo 2012 (cd. caso O”Brien) e malgrado le centinaia di diffide recapitate al Ministero dai giudici di pace, ai quali il Ministro Orlando non si è neppure scomodato a dare una risposta”.
Per l”intera settimana”, conclude la nota, “la Giustizia di pace si ferma e slitteranno di diversi mesi non meno di 150.000 processi civili e penali”.