di Marianna D’Orsi
Si è tenuto nel cuore pulsante di Napoli, allo showroom della storica Casa Ascione in galleria Umberto I, il primo Convegno su Ambiente, Legalità e Turismo promosso dal Touring Club Italiano Corpo Consolare della Campania. La vasta platea di convenuti è stata salutata da Giovanni Pandolfo, console regionale del TCI, che ha anche moderato il dibattito, animato da Giuseppe de Carolis de Prossedi, presidente della Corte d’Appello di Napoli, Sergio Sciarelli, professore emerito di Economia e Gestione delle Imprese e Console del TCI, Carminantonio Esposito, già presidente del Tribunale di sorveglianza, Antonio Palmese, vicario episcopale dell’Arcidiocesi di Napoli, Davide Cerullo, scrittore e fotografo, Gianluca Guida, direttore dell’Istituto penale per i minorenni di Nisida, Antonio Buonajuto, presidente emerito della Corte d’Appello di Napoli e Console del TCI. “Fin dal primo giorno del mio insediamento, ho posto come centrale il tema della salvaguardia dell’ambiente, affinché si possano creare le precondizioni per far cessare lo stupro del territorio ad opera delle mafie. Lavorare nella direzione della legalità è il primo passo per lo sviluppo economico e sociale del territorio. E’ un percorso laborioso, ma l’unico concretamente possibile” ha affermato de Carolis, “nel contesto del protocollo d’intesa con la città di Napoli, saranno formati i detective ambientali, figure altamente specializzate e dotate di sofisticati strumenti di rilevazione in grado di rilevare i rifiuti sversati illegalmente”. “Ambiente, legalità e turismo sono aspetti dello stesso processo di crescita sociale.” Ha affermato Guida, “Se vivo in un bell’ambiente e mi adopero per conservarlo intatto, quella bellezza avrà capacità rigenerativa. I ragazzi di Nisida, vengono da contesti nei quali ogni espressione del bello è mortificata, dove i modelli subculturali di riferimento esaltano la devastazione del territorio, dell’ambiente e delle giovani vite, che restano intrappolate nella loro stessa marginalità” ha concluso Guida. “Vengo da un quartiere famigerato, Scampia che è pressoché sconosciuto o ignorato da una grande parte della società partenopea, che preferisce voltarsi dall’altra parte e fingere che questa porzione della città, lontana dal lungomare e dal centro storico, semplicemente non esista” ha dichiarato Davide Cerullo “eppure, a Scampia c’è una bellezza inattesa: l’umanità antica e profonda delle tante brave persone che ci vivono, spalla a spalla con chi quella bellezza pretende di strapparla via. Ero solo un bambino quando ho ricevuto il mio primo incarico illegale, consegnare delle armi. Per quel lavoro ricevetti un mucchio di denaro e una pacca sulla spalla dal boss del quartiere. Quella pacca sulla spalla era la conferma della mia grandezza, quel riconoscimento pubblico mi aveva esaltato e aveva accresciuto il mio desiderio di diventare un camorrista. Avevo compiuto 16 anni e guadagnavo 900.000 lire al giorno, più di quanto avrei mai potuto guadagnare con qualsiasi lavoro onesto. Quando fui arrestato, considerai le manette l’emblema della mia conferma, eppure quel compiacimento subì una scossa quando, sulla branda della cella in cui ero rinchiuso, trovai un libro, lo aprii e lessi il mio nome. Davide. Sembrava che quelle pagine fossero state scritte proprio per me. Parlava di redenzione, quel libro, di speranza e di cambiamento, quel cambiamento che stava già sedimentando in me”. Cerullo è riuscito a tirarsi fuori da una vita ai margini e aiuta i piccoli di Scampia a fuggire le lusinghe del facile guadagno illecito, attraverso le attività della Onlus “Centro Insieme”, che organizza molte attività e laboratori, doposcuola, ludoteca e centro di aggregazione, che Cerullo ha voluto fondare proprio a Scampia. La sua vita è diventata un romanzo “dal Vangelo secondo Scampia”, con i cui proventi finanzia la Onlus”. “Dobbiamo agire prestissimo, intervenire sui bambini quando sono molto piccoli, mostrare loro l’alternativa positiva che gli adulti non riescono più a percepire. Sono qui” ha affermato Cerullo “perché credo che democrazia coincida con empatia, eppure dal recente dibattito politico la solidarietà sembra essere completamente scomparsa”. “la testimonianza di Davide Cerullo mi ha profondamente colpito” ha affermato Sergio Sciarelli “sono ammirato dalla sua forza che è esempio per noi tutti. Il convegno di oggi mette in relazione l’Ambiente quale presupposto, la Legalità che ne è il contesto e il turismo, la conseguenza. I recenti bollettini sembrano registrare una evoluzione nel posizionamento della nostra città come destinazione di viaggio non più solo transitoria. Storia, arte, clima, cultura, il maggior numero di siti Unesco, specificità locali sono le attrattive statiche e dinamiche turisticamente appetibili dei nostri territori, ma cosa fare per potenziarle, cosa fare per incrementare questo trend positivo dell’incoming? Io credo che occorra lavorare principalmente sulla cultura dell’accoglienza, rendere accessibili i luoghi di interesse e combattere duramente criminalità e abusivismo. In questo il Touring Club si propone di affiancare le Istituzioni in regime di sussidiarietà, offrendo la competenza qualificata e la sensibilità di accoglienza dei propri volontari”. “È il tema dell’appartenenza quello intorno al quale dobbiamo lavorare, adoperandoci perché sia alternativo e prevalente rispetto alla tentazione offerta dalla criminalità. Questo dibattito mostra come il Touring Club intenda uscire dalla propria confort zone per raccogliere una sfida, quella di farsi funzione attiva di catalizzazione, di aggregazione di civiltà e cultura. Esiste un legame indissolubile tra legalità e cultura. L’educazione culturale è incubatore di turismo, anzi di turismi” è stata la conclusione di Antonio Buonajuto. “la paura crea barriere all’interno delle quali non vi è margine d’azione e sviluppo e a quelle barriere occorre trovare la forza di rispondere con l’impegno civile e il lavoro” concludendo “una società coesa è una società senza barriere. Impegnarsi a definire progetti di attrattività turistica, pertanto, equivale a lavorare per la crescita sociale, e il TCI, che ha voluto questo I convegno, può suggerirne validamente le strategie”.