Queste elezioni amministrative sanciscono la fine del vecchio modello di centrodestra, che non riesce più a vincere.
Due casi fondamentali: a Roma, la mancata coesione a sostegno di Giorgia Meloni, che avrebbe potuto raggiungere il ballottaggio in quanto unico territorio in cui FdI dimostra radicamento, ha determinato la sfida finale tra Pd e 5 Stelle con conseguente vittoria della candidata grillina.
A Napoli, dove sono lontani i risultati a due cifre del Pdl a guida Cosentino, il candidato ‘civico’ di centrodestra, Gianni Lettieri, penalizzato probabilmente proprio dal non aver puntato sulla proposta politica, viene doppiato dal Masaniello-De Magistris, che eleva le elezioni comunali a progetto politico nazionale.
Il caso Milano che, comunque, vede la sconfitta del candidato Parisi, superato dal candidato del Pd Sala, viene invocato come “modello” per la ricostruzione del centrodestra da esponenti nordisti di FI e dai centristi di Area Popolare, alleati del centrodestra nel capoluogo lombardo e del premier Renzi al Governo del Paese.
Ma Milano non è il modello per la rinascita del centrodestra in Italia e soprattutto nel Sud. Ciò perchè l’unità della coalizione nel capoluogo lombardo si è basata sulle caratteristiche sociali di quel territorio, dove prevale l’interesse economico che, quindi, ne è collante.
Modello non applicabile al Sud dove la realtà economica è molto diversa e richiede una risposta politica di carattere sociale.
Inoltre, il puntare su un candidato e, quindi, su un futuro leader, fuori dai partiti e di profilo moderato (l’imprenditore prestato alla politica, secondo il modello forzista) è una scelta fallimentare soprattutto nel nostro territorio dove le problematiche sociali richiedono una proposta fortemente politica e sociale ed in sintonia con la sensibilità popolare.
In sintesi, il centrodestra è finito e occorre ricostruirlo dalla base a partire da un’opposizione netta e veritiera a Renzi. Dal Patto del Nazareno è emersa, infatti, un’idea ‘melmosa’ di politica dove “Pd è uguale a FI” e “tutti sono uguali e pessimi” agli occhi dei cittadini, sempre più lontani dalle urne e dalle istituzioni.
La rinascita del centrodestra deve partire da una svolta rispetto a questo errore fatale e da un quadro di valori di riferimento che rendano riconoscibile una nuova proposta politica capace di aggregare l’area moderata.
L’unica via possibile è ripartire dai valori di Destra: l’identità nazionale, la legalità, il lavoro, la libertà, la socialità.
Occorre la Destra per ricostruire il destra-centro, una Destra identitaria e valoriale, moderna, aperta e di governo, che non resti arroccata su posizioni populiste ma che non rinunci a se stessa appiattendosi su posizioni centriste e ambigue.
E’ questa la grande sfida per Napoli, per la Campania, per l’Italia.
Perché, oggi più che mai, dopo il crollo dei partiti, l’aggressione dell’antipolitica e la fuga verso le liste civiche senz’anima, la Politica deve tornare protagonista della scena con una proposta credibile e con quel profondo rinnovamento di classe dirigente che non si realizza attraverso la “rottamazione” di impronta renziana ma con la selettività meritocratica ed etica dei veri partiti.