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LE DICONO DI ABORTIRE A CAUSA DI UNA MALFORMAZIONE DEL FETO, MA LA BAMBINA E’ SANA. LA STORIA DI VALENTINA, MAMMA CORAGGIOSA ED OSTINATA.

La storia di Valentina, ragazza romana di 29 anni,  è una storia di malasanità, ma anche di tenacia e coraggio. Una storia che racconta della forza della vita, e dell’amore di una mamma, che tutto vince. Nel giugno del 2015, scopre di essere in dolce attesa. Tutto procede secondo i piani, fino a quando, un giorno, durante i classici esami di routine, le dicono che c’è una complicazione, e la vita di Valentina cambia per sempre.

Linkabile, l’ha intervistata.

Valentina, ci può spiegare come sono andate le cose?

«Il 5 ottobre 2015 prendo appuntamento in una nota clinica romana per fare la morfologica. Mentre mi visitano per esattamente 6 volte in una mattinata, mi dicono di tornare il 12, perché le misure della bambina sono state prese tutte, ma quella dietro al cervelletto non si riesce a prendere perché la bambina non è in posizione. Torno il 12 e di nuovo la stessa storia. La bambina non è in posizione e mi visitano 5 volte finché non mi richiamano per farmi visitare dal direttore (medico) della struttura. In un nano secondo mette l’ecografo sulla mia pancia e mi dice “signora c’è un problemino”. Da li a sentirmi morire è stato un secondo. Ci fanno mettere seduti e ci spiegano che la mia bambina è affetta da Dandy Walker Variant. Una malformazione (un caso su 100.000), che fa vivere il bambino fino al sesto anno di età. Poi aggiungono di esserne assolutamente certi e di non proseguire con gli accertamenti perché essendo al sesto mese avevo solo una settimana di tempo per decidere di interrompere la gravidanza e il massimo che potevamo fare era un’amniocentesi li da loro (che costa solamente più di 2000 euro). Parliamo, successivamente con il genetista che con molta delicatezza dice “se decidete di interrompere, entro una settimana, diteci in che struttura perché se fate un’eventuale autopsia noi ci studiamo”».

Valentina e suo marito, affranti dalla notizia, decidono però di non demordere e di chiedere un altro consulto medico.

«Decido di interpellare la mia dottoressa, in preda al panico,  e scopro che l’amniocentesi non vede quel tipo di malformazione. Da li a 2 giorni mi ritrovo a prendere appuntamento in una nuova clinica per effettuare una risonanza magnetica fetale con la donna che ci ha ridato la vita. Mia figlia non aveva quello che avevano detto. Aveva solamente il verme cerebellare ruotato ma, non era detto che in quelle settimane non si sarebbe risistemato».

Lei ha scelto di non mollare, di confutare le certezze e le sentenze di quei medici.

«E’ stato spirito di sopravvivenza, un istinto naturale e ho fatto bene:  dopo 4 morfologiche, e 2 risonanze magnetiche fetali, il 24 febbraio del 2016, con un parto meraviglioso è nata la mia gioia. Subito è stata fatta un’ecografia al cervelletto e la mia Greta è sana, bella e cresce meravigliosamente».

Perché ha voluto raccontare questa esperienza?

«Correggo, ho voluto raccontare non una semplice esperienza, ma l’esperienza più brutta della mia vita per dare una speranza a quelle mamme che credono e si fidano ciecamente  di una struttura perché rinomata e decidono di interrompere una gravidanza affidandosi completamente al parere di una sola parte di medici. C’è gente ammalata di soldi, disposta a tutto.  Lo so, è dura, ma non smettete di credere e andate fino in fondo. Se io non avessi avuto mio marito accanto, le nostre famiglie, la mia santa dottoressa e soprattutto la mia fede, ora forse sarei stata una donna distrutta dal dolore. Ma sono qui, ricca come nessun altro, a guardare mia figlia mentre dorme».

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