Ad alzare al cielo la Copa America del Centenario, è stato ancora una volta il Cile che come l’anno scorso, è riuscito a spuntarla ai calci di rigore(4-2) contro la favoritissima Argentina di Leo Messi. E’ stata una gara ricca d’intensità e qualità. I rispettivi allenatori, Martino e Pizzi schierano lo stesso modulo, il 4-3-3: il tridente argentino si affida alla qualità di Di Maria, Higuain e Messi, mentre quello cileno punta tutto sulla velocità di Sanchez e Vargas, capocannoniere del torneo(6 reti) e sull’intensità a centrocampo dell’ex juventino Arturo Vidal. Dopo lo 0-0 maturato nei 120 minuti, dal dischetto sono fatali per gli argentini , gli errori del laziale Biglia e dello stesso Messi, che ha annunciato in un post partita infuocato, il ritiro dalla nazionale. Nessun trionfo per il bomber azzurro, Gonzalo Higuain, che uscito al 70’minuto per fare spazio a Sergio Aguero, non è riuscito a timbrare il cartellino nella finale, a differenza delle altre partite dove è stato il vero trascinatore dell’Albiceleste con 4 reti, non potendo così vendicare il rigore sbagliato della finale dello scorso anno; al di la’ dell’ errore marchiano nel corso della partita, a tu per tu con Bravo, che poteva cambiare radicalmente il corso della partita, la sua Copa America è da considerarsi positiva. Non c’è liberazione dalla maledizione per gli argentini mentre, i cileni festeggiano per il secondo anno di fila: è cambiato il Ct, da Sampaoli a Pizzi , ma il risultato non cambia. La Roja di Arturo Vidal e Alexis Sanchez , simboli di questa nazionale, domina la scena, dopo esser partita con una sconfitta nella gara d’esordio proprio contro l’Argentina, e dopo aver rilanciato le proprie ambizioni con il clamoroso 7-0 ai danni del Messico. Ma fa più rumore la sconfitta albiceleste: tre finali perse in tre anni (Mondiale 2014, Copa 2015, Copa 2016), che peseranno sulla carriera di Leo Messi che , nonostante i trofei raggiunti con il Barcellona , non è riuscito a consolidare il dominio argentino , iniziato con Diego Armando Maradona.