Il 30 Giugno 1984 e’ una data storica per i tifosi napoletani, ma anche per tutti gli amanti del calcio. Stiamo parlando dell’acquisto di Diego Armando Maradona, il piu’ forte giocatore dell’era moderna, da parte della societa’ calcio Napoli, guidata dall’allora Presidente Ferlaino e il suo fedele condottiero Antonio Juliano. Il colpo fu sensazionale, si incastrarono innumerevoli fattori determinanti all’acquisto; il Barcellona voleva liberarsi del giocatore, volto al divertimento by night, infortuni e poco feeling con l’ambiente catalano, fecero il resto. Il Napoli rispetto ad altre squadre, era deciso ad acquistarlo per tutto cio’ che rappresentava la figura imponente di Diego ; le concorrenti europee erano dubbiose sul reale comportamento al di fuori del campo, del giocatore argentino, non sempre irreprensibile. I protagonisti ancora ricordano i giorni infuocati di quel giugno ’84. Vari annedoti aleggiano in quel che e’ stato il trasferimento piu’ rocambolesco degli anni ’80. Cosi Corrado Ferlaino racconta, la sua voglia di portare il piu’ forte giocatore al Napoli: “Scotti il sindaco, mi mise in contatto con il Banco di Napoli. Avevo i politici a favore e gli intellettuali contro. Consegnai una busta vuota in Lega, poi feci firmare Maradona. Di notte tornai a Milano e sostituii la busta, con il compiacimento della guardia giurata”.
E’ pur vero che quegli anni, la passione, le idee, l’arguzia di personaggi come Ferlaino, colmavano il gap economico con i piu’ grandi club europei, ma al contempo, segnaliamo tanto amarcord e nostalgia per quel calcio anni ’80, che regalava magie, profumo di genuinita’, sana competizione, che, oggi non riusciamo ad intravederla nel calcio moderno.Vogliamo confrontare l’entrata in scena del Pibe al San Paolo, con il suo palleggio in magliettina azzurra, di fronte a 60 mila tifosi impazziti, con i trasferimenti dei top player odierni, contornate da conferenze stampe rigide, algide, senza un minimo di sincerita’ e genuinità?! Il signor De Laurentis, che ha pur i suoi meriti, cioe’ di aver riportato la squadra ai fasti di un tempo, dovrebbe far tesoro, dei retroscena che hanno portato Maradona a Napoli. E’ pur vero che oggi il calcio e’ cambiato, la parola di un calciatore non vale una “sterlina”, procuratori che attuano giochi al rialzo, destabilizzando l’ambiente. Facendo i dovuti raffronti tra Ferlaino e Adl, il primo era un pasionario, amore “cieco” verso il club che ha portato al trionfo di 2 scudetti, Coppa Uefa, Coppa Italia e Supercoppa, ma anche verso il baratro del fallimento. Adl, originario di Torre Annunziata, un imprenditore tycoon, Business man, legato al profitto, ma anche al benessere aziendale e della squadra(con continui margini di crescita). Li accomuna la scaltrezza e la furbizia, non il rischio; quella voglia di osare che chiede l’ambiente napoletano ad Adl, quella sana follia di rischiare il grande colpo, proprio come fece all’epoca Ferlaino, non avendo i soldi per acquistare el Pibe. I soldi della Champions, ma soprattutto giocare la prestigiosa competizione, potrebbe ingolosire i cosidetti top player. Ora Adl si trova di fronte ad un bivio: rinforzare la squadra per tentare la scalata tricolore, (Witsel, Herrera) assestandosi fra le big europee, aumentando il prestigio ed il brand internazionale azzurro, oppure accontentarsi di acquisti mirati verso un tranquillo piazzamento in Europa,(gia’ preso l’onesto Tonelli, in rampa di lancio Widmer e Soriano) che non soddisfano pienamente la piazza napoletana.