Egregio direttore se riusciremo a conoscere la data in cui si terrà il referendum confermativo per la riforma costituzionale, forse, riusciremo pure a conoscere in quale contesto politico-sociale, gli italiani saranno chiamati a esprimere il loro voto. Il tempo, si sa, modifica i punti di vista, e spesso, modifica la natura delle cose, oppure ne supera e rimuove le ragioni di vecchie opposizioni. La minoranza del PD, pur di costruire un appiglio per motivare il proprio SI, ha chiesto la modifica della legge elettorale che, a suo dire, combinandosi con le modifiche costituzionali della maggioranza renziana, darebbe risultati, al limite del vulnus per la nostra democrazia. I risultati delle ultime amministrative, l’esperienza torinese in modo particolare, sembrano far crescere il consenso parlamentare in direzione di una modifica, vedremo con l’arrivo dell’autunno cosa deciderà il Parlamento. Personalmente, pur dicendomi d’accordo con i richiedenti la modifica della legge elettorale, ritengo la riforma della maggioranza renziana incostituzionale e, quindi, inaccettabile. L’idea forza della proposta di riforma, muove dall’esigenza, per i proponenti, di eliminare il Bicameralismo Perfetto (ridotto a mera causa che rallenta le decisioni del Parlamento), e così garantire, con una Camera dei Deputati (di nominati…), e un Senato rimaneggiato (di nominati…), di realizzare una soluzione che garantirebbe la governabilità per l’intera legislatura. In poche parole, gli eletti, nominati, garantirebbero, non si capiscono come e per ché, la stabilità e la governabilità. A ben vedere, siamo alla presenza di una soluzione di tipo turca, la governabilità frutto di un numero soverchiante di parlamentari di “maggioranza”, i quali, a priori, sono tenuti al vincolo di fedeltà nei confronti di chi li ha “nominati”. Tutto ciò, a detrimento dell’arché, sancito nelle pietre angolari della democrazia nata dalla rivoluzione francese di una testa un voto, libero da condizionamenti e manifestato in piena coscienza. È questo il senso dell’articolo 67 della Costituzione italiana: “ Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. La maggioranza renziana, che di quest’articolo ad usum proprium si avvale, per governare e mettere insieme la maggioranza di parlamentari raccolti e provenienti da più direzioni, ripudia se stessa, e prepara un golpe alla turca. NO, non è così che si riforma la Costituzione italiana.