Oggi si discute alla Camera, il Ddl della liberalizzazione delle droghe leggere. Il tema e’ di quelli probanti, dove ci si puo’ imbattere in comunicazioni tortuose e confusionarie, per dare una spiegazione dell reale utilizzo delle droghe leggere. I perbenisti sono preoccupati dal solo osar dire o ascoltare la parola “legalizzare l’uso di droghe“, ma la dura verita’ e’ che nella societa’ moderna, non si puo’ piu’ far finta di mascherare o coprire una tematica che coinvolge famiglie, istituzioni ma anche l’economia. Legalizzare l’uso delle droghe leggere come la Cannabis, non e’ assolutamente la cura ad ogni male, non potrebbe cancellare in un sol battito di ciglio associazioni Mafiose o annientare attivita’ criminali, poiche’ non sarebbe credibile, ma metterebbe sicuramente un freno al business di tali societa’ delittuose, che reinvestono i loro loschi guadagni, per attivita’ terroristiche, politiche o di potere. Facile immaginare, l’ aumentare dei profitti nelle casse dello Stato, dai 6 agli 8 miliardi di euro l’anno, sottraendole a tali societa’, per magari reinvestirli in creazioni di Comunita’ o cooperative sociali, volte ad aiutare il mondo dei giovani, ad uscire dal tunnel della droga. Anche dal punto di vista della trasparenza e regolamentazione sarebbe vantaggioso, i ragazzi sarebbero tutelati e consigliati a seconda dell’acquisto, e monitorati se c’e abuso reiterato di determinate “pozioni”, grazie a figure professionali competenti, capaci di soddisfare qualsiasi domanda. Il discorso “trasparenza” e’ strettamente correlata ad una “funzione sociale”; i genitori “meno attenti”, non potranno negare l’evidenza, dando il loro contributo morale ed affettivo, a delle situazioni che potrebbero sfociare in autentici drammi familiari. Purtroppo e’ un tema alquanto controverso, poiche’ in una societa’ Welfare con la W “maiuscola”, sarebbe impensabile accettare “il giusto compromesso”, cioe’ legalizzare cio’ che in realta’ e’ controproducente per il benessere quotidiano dell’individuo. Purtroppo l’Italia, come tanti altri paesi, nel “cammin di nostra vita”, si sta rendendo conto, che bisogna optare per il “male minore”, attenuare, “limitare i danni”, abituarsi a determinate norme che consentano per lo meno di compiere azioni alla luce del sole, senza patimenti, senza andare a cercare un Pusher giu’ per i vicoli piu’ malfamati e comprare qualche erba, che per di piu’ , non si sa neanche’ la provenienza. Non la pensa cosi il Ministro delega alla famiglia, Enrico Costa, che durante l’inizio dei lavori per la discussione alla Camera sul ddl liberalizzazione commenta: “non ci sono i numeri per approvare la legge sulla legalizzazione della cannabis, abbiamo altre priorità da affrontare, prima fra tutte l’emergenza famiglia». Il testo approda oggi in Aula per la discussione generale, ma non si inizierà a votare prima di settembre. Il ministro dichiara anche quali siano le priorita’ per il paese: “Personalmente mi mette più in allarme l’emergenza che vive la famiglia: la flessione della natalità, l’aumento dell’età media delle madri, la riduzione del tasso di fecondità o i grossi limiti che ci sono alle politiche di conciliazione». Queste dichiarazioni, su tematiche anch’esse importanti, celano il pretestuoso scudo del consenso politico elettorale, capace ancora di accettare, in una societa’ che vede, osserva ma non accetta l’evidenza, il contraddittorio scambio elettorale, fatto di proclami di una societa’ immaginaria che in realta’ non esiste. Di diverso avviso, l’esponente del Partito Democratico, Pina Picierno che sulla sua pagina social, apre ad una possibile svolta culturale del nostro paese: “oggi, per la prima volta, il Parlamento discute della legalizzazione delle droghe leggere.
Il dibattito sarà acceso e durerà mesi, ma il fatto stesso che si arrivi a discuterne alla Camera è di per sé un fatto storico per l’Italia. È una battaglia che ho sempre sostenuto e che in passato ha visto anche il supporto della Direzione nazionale antimafia. Il proibizionismo di facciata e l’azione repressiva non hanno fatto altro che arricchire la malavita e portare al degrado interi quartieri delle nostre città. Questa legge non sconfiggerà del tutto le mafie, ma le colpirà al cuore interrompendo un giro d’affari di circa 8 miliardi di euro”.