La presentazione di Higuain verso il vincente e cinico ambiente juventino, e’ ancora un pugno nello stomaco dei napoletani, ci vorra’ del tempo a metabolizzare, la cessione impensabile fino a 15 giorni fa’ del Pipita. L’operazione piu’ onerosa del campionato italiano, non ha ferito esclusivamente i tifosi napoletani, ma i veri romantici del pallone, coloro che non dimenticano la domenica pallonara con tutte le squadre al completo, l’attesa di 90 minuto alle 18 del pomeriggio, i commenti a caldo negli spogliatoi di un indimenticabile Galeazzi, a far da sportellate tra il sudore di Masaniello Maradona e il faticoso respiro, seppur elegante di Le Roi Platini. Si dira’ che quella era un’altra epoca, soffermandosi sul business che attualmente, domina e scinde in modo perpetuo e lancinante, il cuore e la ragione in soldoni di giocatori che baciano maglie, come se fossero i migliori “Tombeur de Femme”.
Le operazioni come quelle a cui abbiamo assistito negli ultimi giorni, stridono e fanno da contraltare con la favola Le Tissier. Molti si chiederanno chi sia costui. Giocatore inglese, classe ’68, calciatore degli anni 80-90, militante per tutta la sua carriera, nel Southampton, squadra inglese, di basso profilo della Premier. La sua storia e’ opportunamente da iscrivere negli annali, poiche’ oltre ad essere stato un grandissimo calciatore,(162 reti con la maglia del Southampton) ha legato indissolubilmente la sua storia umana e sportiva con la citta’. Giocatore dalla classe eccelsa, piede sinistro alla Maradona, magari un po’ pigro ma capace con le sue magie, di far stoppare il Big Ben per cotanta bellezza, nei gesti e nella mente degli appassionati. Sono passati decenni dal suo ritiro, ma i suoi tifosi lo ricordano come un Dio venuto dal cielo, “He’s God, Le God”. I suoi no a squadre blasonate e multimiliardarie come Manchester United, Tottenham, Arsenal, Liverpool e’ storia, come il suo attaccamento ad una maglia, che lo ha reso immortale. E’ ormai famoso e anche un po’ folle il suo rifiuto verso i “Red Devils”, all’epoca super potenza europea, allenata da Ferguson che per lui stravedeva. L’allenatore scozzese era pronto a fargli ponti d’oro, aveva dedicato due pagine intere di un “Match Program” per convincerlo alla cessione; niente da fare, Matthew con tranquillita’ e quella sua pigrigizia che lo contraddistingueva, rinunciava a trofei, soldi a palate per la tranquilla Southampton. Ogni qualvolta gli domandassero i suoi rifiuti verso i cosidetti Top Club, con estrema normalita’ rispondeva che si trovava bene dov’era, la sua Southampton era il suo porto sicuro.. Le Tissier era tanta roba, e gli Higuain di turno, rischiano di perdersi momenti indimenticabili come l’ultima partita di “Le God”, come lo chiamano tutt’ora affettuosamente i suoi tifosi; ultima partita del campionato inglese, il Southampton deve vincere contro l’Arsenal per salvarsi. La partita e’ bloccata sul 2-2, ultimo minuto, entra Le God ancora a secco in quella stagione tra infortuni e bevute varie tra l’ovazione del “suo pubblico”, tiro all’incrocio dei pali, rete, salvezza insperata del Southampton e come se c’e ne fosse bisogno, lo stadio in delirio impazzisce dalla gioia. Questo e’ il calcio che sogniamo…..