La Siria nord-occidentale è sull’orlo di una catastrofe umanitaria: la popolazione non accede agli aiuti di cui avrebbe bisogno e i bombardamenti si intensificano. Se non si pone immediatamente fine all’assedio che cinge la città di Aleppo e al bombardamento degli ospedali, decine di migliaia di bambini rischiano di rimanere senza cibo, acqua e cure mediche entro poche settimane. Nuovi raid aerei hanno devastato anche la città di Idlib, costringendo migliaia di famiglie a fuggire dalle loro case.
Save the Children chiede al Gruppo di sostegno internazionale alla Siria, che si riunisce oggi a Ginevra, un cessate il fuoco immediato e il libero accesso agli aiuti umanitari vitali per la popolazione.
Le organizzazioni partner che lavorano con Save the Children ad Aleppo indicano nel cibo e nel carburante i bisogni più urgenti. Pane, frutta e verdura scarseggiano da quando l’ultima strada per accedere e uscire dalla città è stata interrotta, lasciando sotto assedio circa 300.000 persone, il 60% delle quali sono donne e bambini. I bombardamenti pressoché costanti contribuiscono a peggiorare ulteriormente la situazione. Da ieri, pesanti attacchi aerei hanno colpito diversi quartieri di Aleppo, di cui l’ultimo stamattina, quando una bomba barile ha colpito la zona di Al-Mashhad. Secondo uno dei nostri collaboratori sul terreno, nell’attacco sono rimaste uccise oltre 30 persone e molte famiglie sono ancora sotto le macerie. Questa settimana un attacco aereo ha colpito un magazzino gestito da un’organizzazione partner Save the Children, danneggiando forniture alimentari per 10.000 famiglie che erano state stoccate prima dell’assedio. Il prezzo del carburante, di cui c’è disperato bisogno per mantenere in funzione le pompe dell’acqua e la fornitura di servizi medici, è triplicato.
Gli ospedali, le scuole e altre vitali infrastrutture civili vengono attaccate indiscriminatamente: almeno nove strutture mediche sono state bombardate la scorsa settimana tra Aleppo e Idlib. Tutte le scuole di Aleppo sono state chiuse fino al 12 agosto a causa dell’elevato rischio per i bambini. Il laboratorio medico nella sede provvisoria della Direzione sanitaria di Idlib, che disponeva dell’unica apparecchiatura per TAC in città, è stato gravemente danneggiato. L’unico ospedale pediatrico di Aleppo è stato chiuso dopo essere stato distrutto dai bombardamenti e diverse ambulanze sono state danneggiate. L’assedio impedisce ai pazienti in condizioni critiche di lasciare Aleppo per ricevere cure e assistenza, mettendo a repentaglio le loro vite. Con gli attacchi aerei in corso, i team di risposta alle emergenze stanno facendo tutto il possibile per salvare i bambini e le famiglie intrappolati sotto le macerie degli edifici.
“Le strade sono completamente vuote e l’odore del sangue e della polvere da sparo riempiono l’aria. Migliaia di famiglie sono in fuga dalla città dirette verso la campagna,” ha dichiarato un collaboratore di Save the Children a Idlib, dove ci sono stati più di 100 attacchi aerei nei giorni scorsi.
Si stima che 4.000 famiglie (circa 20.000 persone) siano fuggite da Idlib nel corso della scorsa settimana. Save the Children e i partner locali stanno distribuendo aiuti finanziari per aiutarle a comprare cibo e rifornimenti essenziali e gestiscono quattro cliniche mobili nella zona per assistere i bambini malati e le loro madri.
Secondo Sonia Khush, Direttore di Save the Children in Siria, il Gruppo di sostegno internazionale alla Siria deve intervenire con urgenza. “Dopo aver subito anni di bombardamenti, i civili ad Aleppo rischiano ora di dover affrontare i morsi della fame. Le forniture alimentari si esauriranno entro poche settimane se non verrà permesso agli aiuti di entrare. È scandaloso che tutte le promesse di lasciare entrare gli aiuti nelle aree assediate che abbiamo sentito negli ultimi sei mesi siano state vane, mentre quello che potrebbe essere il più pesante assedio dall’inizio del conflitto continua ad accadere davanti al nostro occhi. È in gioco la credibilità della comunità internazionale. I medici locali e gli operatori umanitari stanno lavorando nelle condizioni più difficili e pericolose che si possano immaginare per cercare di salvare vite umane, mentre le bombe continuano a cadere intorno a loro. Deve essere urgentemente consentito l’accesso agli aiuti prima che muoiano altri bambini,” conclude Khush.