Save the Children è indignata di fronte all’attacco aereo che ha colpito un ospedale ostetrico a Idlib, gestito dai nostri partner.
Il bombardamento ha avuto luogo intorno alle ore 13 (ora italiana) e ha colpito la parte anteriore della struttura ospedaliera. Due persone sono state uccise dall’attacco. Diversi bambini sono stati feriti quando le incubatrici sono crollate in terra e una donna incinta di sei mesi ha perso una gamba. Altre due donne hanno ferite allo stomaco causate dalle schegge e molti pazienti e persone dello staff hanno subito lesioni più lievi.
Il vice direttore dell’ospedale ci ha riferito che verso le 18 (ora italiana) aerei da combattimento stavano ancora sorvolando la struttura ospedaliera. Al momento del bombardamento erano in corso due interventi chirurgici e una donna era in travaglio. Attualmente l’ospedale ha smesso di funzionare ad eccezione del pronto soccorso e il generatore è stato danneggiato durante l’attacco. Questo ospedale – che Save the Children sostiene da due anni – è l’unica struttura di maternità del suo genere nella zona e serve più di 1.000 tra donne e bambini in un mese e fa nascere centinaia di bambini
“ In questo momento, i nostri pensieri sono rivolti a tutti il nostro coraggioso staff operatori siriani che lavorano nell’ospedale e a tutte le famigle colpite. Bombardare un ospedale con un reparto maternità, dove si stanno aiutando tante donne che vivono all’ombra della guerra a dare alla luce in sicurezza i loro piccoli è un atto vergognoso, sia che sia stato compiuto intenzionalmente, sia che sia accaduto perché non è stata prestata la dovuta attenzione a non colpire aree civili”, ha dichiarato Sonia Khush, Direttore di Save the Children in Siria.
“Non ci sono scuse e questo purtroppo è solo l’ultimo di una lunga serie di attachi a strutture sanitarie inel Paese. Condanniamo nel modo più assoluto possibile questi attacchi, contrari alla legge internazionale. È necessario un immediato cessate il fuoco in tutta la Siria e occorre intervenire per porre fine agli spaventosi bombardamenti di strutture mediche”.