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LE RAGIONI DEL SI DI LUIGI BERLINGUER:”La Costituzione è un prodotto storico, articolato, con tante luci ma anche alcune ombre. Un prodotto esposto all’evoluzione della cultura politica che deve fare i conti con idee nuove, successive.”

di Luigi Berlinguer

Di fronte agli sconvolgimenti che scuotono la nostra era c’è bisogno di rinnovare l’azione della sinistra, di caricarla di una nuova passione etica. Non possiamo limitarci ad interpretare gli episodi di violenza inaudita, fuori dalla riflessione sullo scontro epocale tra il mondo dei poveri e il mondo dei ricchi, tra la disperazione di chi cerca, una speranza di vita normale e il rischio di una chiusura egoista di chi questa disperazione nega e rifiutaarroccandosi nella fortezza costruita in questi decenni, di benessere, legittimo, ma non accettabile nei suoi termini egoistici.  In questo quadro non è possibile eludere il problema della Costituzione, sede in cui questi obiettivi vanno scritti in termini attuali. La singolarità odierna è che il popolo italiano è chiamato a diventare anch’esso costituente. Con la intensità attuale, è anch’esso una novità. La Costituzione non è scritta dal popolo, è redattadal Parlamento, secondo la nostra civiltà, giuridica e politica. Ma, come le nostre leggi recitano, non basta il voto del Parlamento che ha cambiato una parte della Costituzione esistente. Oggi si chiede al popolo di divenire anch’esso costituente, in questa fase. Di fronte all’enormità dei problemi non possiamo fermarci soltanto all’empiria di valutazione dei diversi episodi. Dobbiamo guardare a questi temi in tutta la loro interezza, perché una forza progressista deve avere sempre presente una concezione del mondodell’equità, della giustizia sociale e del progresso. Concezione idealmente intensa, alta, percepita anche nel suo profilo morale e non soltanto politico. Intensa e proprio per questo assolutamente laica.

Il progressismo non è una credenza, una fede; l’avere un ideale non significa volerlo perseguire per fede. Il progressismo non può rinunciare alla razionalità, al pensiero che penetra il reale, nutrendosi dello stesso pensiero e non di fedeLa sinistra, il PCI nel passato ha difeso con i denti la Costituzione, perché rappresentava la restituzione all’Italia della libertàdella democrazia, intrecciate tra di loro, contro l’orrore della dittatura fascista. Quindi la Costituzione è stata la nostra bandiera, unnostro grande ideale. Ma io ho timore che buona parte di quella dedizione si fondasse su una credenza e meno su un esame laico,razionale,del testoAbbiamo sempre distinto nella Costituzione la prima parte dalla seconda, ma è stata una distinzione rituale, perché nella base popolare, baluardo questa della sua difesa, l’atteggiamento era quello di una dedizione in tutta la sua interezza alla causa del “credere nella Costituzione. Persino lo slogan “la Costituzione non si tocca” non si fermava a dire i grandi principi di libertà e di democrazia contenuti nella Costituzione, e soprattutto nella sua prima parte non si toccano”, ma includeva appunto l’intero testo. Un partito progressista maturo, emancipato, capace di guardare col pensiero alla realtà non può rinunciare al principio base della adesione alla Costituzione. Ma la Costituzione la scrivono gli uomini ed è fatta per gli uominiL’adesione non può quindi essere fideistica, “coranica”che consideri perfetto tutto il testo. Occorre capacità di leggere razionalmente le sue diverse parti; come anche l’adeguatezza di ciascuna di esseall’evolversi della civiltà, ai cambiamenti della storia.  La Costituzione è un prodotto storico, articolato, con tante luci ma anche alcune ombre. Un prodotto esposto all’evoluzione della cultura politica che deve fare i conti con idee nuove, successive. Valorizzare e difendere la Costituzione significa pertanto anche adeguarla al nuovo.  Sempre con spirito rigorosamente laico. Un movimento che non sia laico, non è progressista. Né c’è antiteticità tra il credere in grandi ideali e contemporaneamente leggerli razionalmenteNon c’è contraddizione tra idealità e realismoconcretezza e grandi astrazioni speculative del pensiero. Oggi siamo di fronte, come progressisti a questo nodo che è appunto la laicità, cioè al bisogno di affrontare la questione della revisione costituzionale in modo laico. La prima lezione di laicità ce l’ha data la stessa Costituzione nel ’48, quando ha scritto nell’articolo 138:se si rendono necessarie modifiche ecco il metodo, la norma per come cambiarla. E’ stata lei, Costituzione, la prima a prevedere che si sarebbe cambiatasecondo laicità. Diversamente da quanto ha fatto con la norma transitoriache vieta ” la ricostituzione del partito fascista”Oggi si propone un sistema parlamentare monocamerale, come è in quasi tutti i paesi evoluti. Non possiamo perdere l’occasione di affermare questo principio che altrove non è nuovo, ma per l’Italia repubblicana sarebbe nuovo.

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