“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.” Questa è la citazione del primo articolo della nostra Costituzione.
Uno Stato che basa la propria Costituzione sul lavoro si presume sia uno Stato che garantisca il diritto ad esercitarlo e lo tuteli a tutti. Nella realtà italiana questo purtroppo non avviene. Non solo la richiesta di lavoro è più bassa rispetto alla domanda , ma anche la tutela stessa.
Per tutelare un lavoratore bisogna che questo sia in regola. Il fatto che in Italia ci sia ancora cosi tanto lavoro in nero è che costa poco , mentre il lavoro in sicurezza ha un costo più elevato per le aziende .
Vale di più la salvaguardia di una vita o il denaro?
Le morti e gli infortuni sul lavoro sono di nuovo in crescita.
È scritto sul rapporto 2015 dell’Inail: più di 600.000 denunce di infortuni, più di 1200 quelle di morte (694 quelle accertate). Si tratta però di stime al ribasso, visto che non tengono conto né di lavoratori indipendenti (partite Iva, liberi professionisti…) né di lavoratori in nero che, va da sé, non sono assicurati Inail (e quindi non risultano nei loro conti) e sono particolarmente presenti nei due settori a più alto rischio di incidente e con la quota più alta di vittime mortali: agricoltura ed edilizia.
Altrettanto rilevante e di grande impatto sociale sono le malattie professionali e tutta quelle patologie sviluppate a causa della presenza di stimoli nocivi nell’ambiente di lavoro.
Che cos’è la sicurezza sul lavoro? Quando deve essere fatta e da chi?
Per sicurezza sul lavoro si intende l’insieme delle misure che hanno come obiettivo quello di garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro e tutelare la salute di dipendenti e collaboratori.
La sicurezza sul lavoro è un diritto dei lavoratori e un dovere del datore di lavoro, sanciti dalla normativa italiana: Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, Decreto Legislativo 81/08 e correttivo n. 106 /09
Ogni azienda a prescindere dal numero di lavoratori e dal tipo di attività è obbligata a informare e formare i propri dipendenti sulla sicurezza , cercando di creare luoghi di lavoro dove sia possibile lavorare in condizioni di benessere e di piena salute.
E’ importante precisare che nella definizione di “lavoratore” sono inseriti anche i soci lavoratori, gli associati in partecipazione e tutte le tipologie di lavoratori e assimilati, compresi stagisti, tirocinanti, allievi, indipendentemente dal fatto che sia percepita o meno una retribuzione. I lavoratori a progetto rientrano nella responsabilità del datore di lavoro solo se operano presso i luoghi di lavoro dello stesso.
Le problematiche da affrontare sono molte e comportano un impegno in prima persona da parte del datore di lavoro, sul quale gravano tutti i principali oneri e responsabilità di carattere penale.
L’attuale legislazione prevede anche, tra l’altro, una capillare sorveglianza sull’osservanza delle norme, esercitata da organismi vari (ASL, VVF, Ispettorato del Lavoro, INAIL, ecc.), con possibile conseguente azione sanzionatoria nei confronti delle aziende inadempienti.
Concludendo la sicurezza sul lavoro non è un costo ma una attività virtuosa che porta innumerevoli vantaggi anche all’impresa, economici, etici, sociali, e di immagine.